Ritorno alla natura
Quando l’uomo fa le cose nel modo giusto, in realtà non ha che riprodotto i metodi della natura, senza far apparire ciò che ha fatto come troppo artificioso!
L’uomo è affascinato dalla conoscenza. Spezzettandola e analizzandola in parti vitali più piccole, è possibile vedere come ricostruire le cose, in modo che poi funzionino. Dunque, perché così tanti eventi della nostra vita quotidiana si sono allontanati sempre più dallo scopo e dal senso che ha la natura? È l’umanità con i suoi modi che complica e confonde l’umanità stessa per motivi di lucro, piuttosto che scegliere di fare la cosa giusta? La preoccupazione riguardo all’apparenza sembra avere assunto più importanza del motivo per cui facciamo quello che facciamo.
Personalmente, quando tutto diventa troppo confuso, o c’è troppo lavoro per sentirmi felice della vita, allora è arrivato il momento di camminare o guidare attraverso luoghi in cui l’uomo non va molto spesso, il che solitamente vuol dire un luogo in una parte remota della natura. Vedere la bellezza dell’ambiente in cui viviamo e vedere il verde della foresta mi danno energia. È difficile non passare per esoterico, ma la natura mi dona l’equilibrio tramite delle forti e potenti emozioni, decisamente molto di più di quelle che trasmettono gli uomini! Perciò, ritornare alla natura è una necessità, per me e la mia famiglia, molto più importante dell’organizzare qualcosa la domenica, magari quando la televisione non funziona.
Sento che probabilmente sto chiedendo a me stesso dove sia il punto di svolta tra uomo e natura. Dov’è che l’uomo non agisce più come elemento del mondo della natura?
Se consideriamo che alcune delle cose più preziose su cui basiamo la nostra vita sono tutte gratuite (ma necessitano di tempo e pazienza), sembrerebbe che ad un certo punto abbiamo perso l’essenza di tutto ciò che è davvero importante!
Abbiamo bisogno che la natura ci ricordi tutto questo, di tanto in tanto… E se prendiamo veramente in considerazione la spazzatura che scarichiamo nei corsi d’acqua e nel suolo, ed i gas che emettiamo nell’aria, è quasi sorprendente che Madre Natura non reagisca più severamente di come abbia già fatto finora! Dal mio punto di vista tutto questo sta diventando sempre più frequente, e Madre Natura sembra abbastanza arrabbiata, e sicuramente non continuerà a farsi trattare in questo modo! Perciò dovremmo, come minimo, esserne preoccupati o iniziare a farlo.
Ci sono così tanti esempi di errori, commessi da parte del genere umano nel breve tempo in cui si trova sulla terra. Come possiamo biasimare l’uomo per aver imparato le cose tramite prove ed errori? Commettere un errore una volta è accettabile, ma farlo di nuovo o, peggio ancora, ripeterlo più volte, significa che stiamo facendo qualcosa di fondamentalmente sbagliato. È arrivato il momento di cambiare i vecchi metodi e accettare nuove idee, se vogliamo vivere in un mondo in cui valga la pena vivere. Ciò non significa che non si debbano affrontare rischi per fare le cose, ma non possiamo permetterci di aspettare sempre che siano i nostri compagni uomini ad agire. È una decisione che dovremo prendere, e che vale per ognuno di noi!
Dunque, come possiamo fare tutto questo da singoli individui in modo da contribuire positivamente al sistema, ed avere la sensazione di influire attivamente sull’esito? Ad una prima analisi è difficile, ma allo stesso modo in cui vengono prese tutte le decisioni nel mondo degli affari, atte ad arrivare ad ottenere un risultato positivo, è necessario inquadrare il nostro pensiero in modo da capire che anche aiutare il nostro pianeta porta ad un risultato positivo.
Il solo fatto che l’umanità esprima l’intenzione di ritornare alla natura, significa che al momento stiamo facendo qualcosa di sbagliato. Tornare indietro per andare avanti: sembra incongruente.
Prendiamo il movimento della Marijuana medicinale come semplice esempio funzionante, ed esaminiamo il potere di ogni singola persona nel far andare avanti le cose.
La cannabis è in circolazione da molto più tempo di noi… Un dato di fatto! Ora noi comprendiamo meglio certe cose, dal momento che abbiamo avuto molti anni e molte opinioni diverse sull’argomento, che è stato discusso nel dettaglio. Tuttavia, le persone intelligenti coltivano la Cannabis, e la utilizzano frequentemente nelle loro vite come lo fanno con i medicinali tradizionali, prescritti dai dottori per le diverse condizioni mediche. Nessuno è troppo arrogante da pensare che qualcuno stia giocando ad interpretare Dio, perciò è ovvio che anche i dottori e le medicine prescritte siano stati d’aiuto in molti casi. Ma anche il semplice tè alla camomilla ha il suo merito, avendo aiutato a volte una moltitudine di persone a dormire o a rilassarsi. Ciò che intendo dire è che c’è un tempo e un posto per ciascun modo di pensare, e dal momento che ognuno è diverso in quanto a metabolismo, certe cose funzionano meglio su certi individui piuttosto che su altri e viceversa. Il termine ‘Cannabis Medicinale’ non è proprio ben definito, e al momento anche sovrautilizzato, ovvero senza una comprensione coerente da parte di tutti; ma è comunque un punto di partenza.
Ritornare alla natura per me significa osservare ciò che esiste di fronte a noi, per cercare la soluzione ad un problema, piuttosto che complicarlo con teorie e procedure eccetera, per arrivare a uno scopo simile a quello che si sarebbe potuto raggiungere in un altro modo, utilizzando ad esempio i doni della natura. Molte persone che prima vedevano la Cannabis in maniera negativa, qualunque fossero i loro motivi, ora fanno parte del programma per auto curarsi, con risultati positivi. Per non parlare dei minori effetti collaterali sull’organismo, e del minor impatto generale sulla loro salute, con i molti già citati benefici positivi. Possibili problemi d’immagine, di carattere sociale, e l’interesse per sé stessi, potrebbero aver limitato temporaneamente il lavoro scientifico sulla pianta della Cannabis dagli anni ’30 fino alla fine del secolo scorso, ma la sottocultura è stata abbastanza forte da fare in modo che la pianta si sviluppasse fino al punto in cui è arrivata oggi. Non significa, forse, che il desiderio da parte delle singole persone di continuare a lavorare sulle specie di Cannabis, alla fine era più forte delle leggi dettate dall’uomo? La decisione di infrangere la legge e riconoscere che ciò comporta un rischio, ma desiderare comunque di andare avanti, è una scelta fatta da un individuo per l’individuo. Se ci sono abbastanza decisioni come queste nella stessa zona, tutt’a un tratto abbiamo il potere della gente al lavoro. In questo caso è il potere della gente ammalata; una popolazione a cui e per cui nessuno nega l’aiuto. Dunque per ragioni di compassione e grazie alla piccola modifica di una legge nel 1996 negli USA, oggi, soltanto 14 anni dopo, facciamo le cose in modo simile a prima, ma con una nuova opportunità di rispettabilità aggiunta alla conoscenza scientifica e a nuovi sviluppi: tutto dovuto all’approccio medico/salutare contro un problema esistente.
Per noi, ritornare alla natura significava definire nuovamente le nostre ragioni sul perché facciamo quello che facciamo. L’atto di prendere una posizione attiva nella scelta di cosa vogliamo attuare nel nostro sistema, per aiutarci a vivere normalmente o con poco dolore, ha dimostrato che tutte le persone sono ugualmente importanti per una causa. Tempo fa, quando ho iniziato a usare la Cannabis, non l’ho fatto per motivi medici. Con il passare del tempo e il mio invecchiare, penso che, per me, il ritorno alla natura era ciò che stavo scegliendo come lavoro e stile di vita. La Cannabis mi aiuta; raramente ha creato un’influenza non positiva sulla mia vita, perciò suppongo che il punto di svolta tra uomo e natura sia in realtà una questione personale, che ora è di dominio pubblico.
Dunque, ritorniamo alla natura, ritorniamo al futuro…