Il ricercatore licenziato perché non prende aerei sarà risarcito
Si rifiuta di prendere un aereo e viene licenziato. Il ricercatore italiano Gianluca Grimalda verrà risarcito
Licenziamento ingiustificato. È il responso della disputa legale che ha coinvolto il ricercatore Gianluca Grimalda, cacciato per la sua decisione di prediligere nei suoi viaggi trasporti a ridotte emissioni di CO2.
In particolare, nel febbraio 2024, lo studioso è stato licenziato perché si è rifiutato di rientrare in Germania in aereo da Bougainville: isola della Papua Nuova Guinea dove stava studiando il rapporto tra globalizzazione, cambiamenti climatici e coesione sociale.
E se inizialmente l’Istituto per l’economia mondiale di Kiel (IfW) aveva appoggiato la sua idea di “viaggio lento”, Grimalda, per problemi con il visto e alcuni ritardi nella partenza, non era rientrato nella data prevista, scatenando la reazione del centro di ricerca.
L’IfW infatti non ha lasciato scorrere il rifiuto del ricercatore di prendere un aereo per accorciare i tempi ritorno, e ha optato per il licenziamento in tronco.
Sono passati quasi 12 mesi dall’accaduto, ma almeno questa volta possiamo dire che “il bene” e il buon senso hanno trionfato. Il tribunale ha dato ragione a Grimalda, che avrà diritto ad un risarcimento.
LICENZIAMENTO INGIUSTIFICATO: IL TRIBUNALE DÀ RAGIONE AL RICERCATORE, SARÀ RISARCITO
«Mi sento triste e felice allo stesso tempo», ha dichiarato il ricercatore. «Triste per aver perso un lavoro che amavo. Felice perché il giudice ha riconosciuto implicitamente l’impossibilità di licenziare un dipendente per il suo rifiuto di prendere un aereo. Spero che il mio caso ispiri altri a sostenere la transizione verso società decarbonizzate e incentrate sulle persone».
In particolare, l’accordo raggiunto con il tribunale prevede la revoca della risoluzione immediata del contratto da parte dell’IfW e l’esonero di Grimalda da ogni violazione contrattuale.
Inoltre, il ricercatore riceverà un’indennità di licenziamento, il cui importo rimane riservato. E si è impegnato a donare 75mila euro alle associazioni per l’ambiente e la protezione del clima.
L’accaduto infatti, può diventare un trampolino di lancio per Grimalda, che tornerà in Papa Guinea con un nuovo viaggio lento per proseguire il suo lavoro accademico. Una volta rientrato, riprenderà con l’attivismo ambientale.
UN PRECEDENTE PER I DIRITTI DEL LAVORATORI E L’AMBIENTE
Quello di Grimalda è primo caso noto di licenziamento legato al rifiuto di utilizzare un aereo per ridurre le emissioni di gas serra, è può rappresentare un precedente significativo per coloro che rischiano di imbattersi in tali ingiustizie.
«La situazione legale rimane incerta per i dipendenti che preferiscono viaggiare in modo neutrale dal punto di vista climatico. Tuttavia, è tempo che legislatori e parti sociali riconoscano tali convinzioni come diritti fondamentali sul lavoro», ha dichiarato l’avvocato Jörn A. Broschat che ha difeso il ricercatore.
Sono oltre 10 anni infatti che Grimalda predilige il viaggio lento per ridurre il suo impatto sull’ambiente. Una scelta che, calcolata sui 28mila chilometri che dividono la Papa Nuova Guinea e l’Europa, gli hanno permesso di risparmiare di 10 volte le emissioni di gas serra rispetto al trasporto in aereo.
«Gli accademici possono allertare sulla crisi climatica non solo attraverso il loro lavoro, ma anche modificando il proprio contributo personale alle emissioni», ha evidenziato il direttore di ricerca presso il Cnrs in Francia Wolfgang Cramer.
E sarà anche compito delle aziende e delle istituzioni, ispirate dal caso Grimalda, favorire delle pratiche più sostenibili in linea con il rispetto dell’ambiente.