Decrescita

Ripopolare i borghi: una grande occasione per cambiare vita

Quelli a rischio svuotamento sono circa 6000, sparsi su due terzi del territorio. Un problema che a guardar bene è una grande opportunità

Foto di un borgo con persone sedute sula scalinata e a passeggio

L’Italia è il paese più bello del mondo. È una frase fatta fra le più inflazionate e abusate, soprattutto da parte di chi si occupa di marketing turistico, eppure si avvicina molto al vero. Un altro luogo comune che tocca da vicino la realtà è che spesso non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo a vivere in un posto così bello.

Questa seconda considerazione è supportata da alcuni drammatici dati, che ci consentono di scoprire come un banale cliché in realtà sia la punta di un gigantesco iceberg che sotto il pelo dell’acqua cela criticità come spopolamento, marginalità, degrado, cementificazione, inquinamento e molti altri mali capitali del nostro paese.

Mostriamo dunque le carte e chiamiamo i problemi con il loro nome: abbandono. Dal singolo edificio fino a interi paesi, l’Italia è piena di “buchi neri”, porzioni di patrimonio edilizio e territoriale lasciati a loro stessi, senza la possibilità di continuare a vivere e posti nella condizione di rappresentare – appunto – un problema e non la risorsa che invece potrebbero essere.

RIUSIAMO L’ITALIA!

Ma, come spesso accade, c’è anche una buona notizia! Esistono tanti progetti che, a vari livelli, agiscono per illuminare questi angoli oscuri. Progetti di rigenerazione, riqualificazione, ripopolamento, riattivazione che, dal Trentino alla Sicilia, stanno pian piano facendo scorrere linfa nuova in quelle parti di paese abbandonate da anni, decenni, secoli.

Ve ne illustro due, differenti negli obiettivi specifici ma animati dallo stesso spirito. Il primo è la Fondazione Riusiamo l’Italia, creata da Roberto Tognetti – architetto ed esperto nella riabilitazione degli immobili – e Giovanni Campagnoli – docente di economia ed esperto di politiche giovanili. Come chiarisce bene il nome, l’obiettivo è “riusare l’Italia” e guardare quel patrimonio dismesso e abbandonato che abbiamo sotto agli occhi tutti i giorni non come un qualcosa di dimenticato, ma come una nuova occasione di rinascita.

Ma come funziona nella pratica? Riusiamo l’Italia agisce sia come struttura di consulenza che come supporto istituzionale, individuando le condizioni affinché gli spazi possano tornare a essere luoghi per le comunità e possano essere riempiti di talento, capacità, intelligenze e passioni da parte dei giovani. I fondatori aggiungono ulteriori dettagli chiarendo che «la situazione italiana si presenta con una serie di paradossi e il nostro è tra i paesi europei dove la dimensione quantitativa del dismesso è segnata da numeri stratosferici».

«Dai paesi fantasmi ai borghi a rischio di spopolamento, fino alle periferie, alle città medie, ai centri storici: in pratica è difficile trovare delle dimensioni che non siano soggette al fenomeno dell’abbandono». Eppure «non c’è consapevolezza né rispetto alla gravità del problema, né rispetto alla relativa facilità con cui attuare delle soluzioni in questi spazi. La motivazione è che le soluzioni sono sempre sovraccaricate di complicazioni che sono più “formali” che “sostanziali”».

LA GRANDE OCCASIONE DI VIVERE NEI BORGHI

Abbiamo detto “borghi a rischio spopolamento”? E se quello che si presenta come un problema fosse in realtà una Grande Occasione? È proprio questo il nome di un progetto che coinvolge amministrazioni, cittadini e privati nella riattivazione dei territori marginali nella zona del Monferrato, ma che potenzialmente può essere esportato e replicato ovunque.

L’idea è nata durante il lockdown nella testa di Angelo Tibaldero, giovane abitante di questo territorio costellato da borghi tanto belli quanto privi di vita, vittime di decenni di spopolamento e progressiva marginalizzazione. E allora perché non creare un sistema territoriale che includesse cittadini, professionisti, amministrazioni comunali e studenti universitari che insieme sapessero promuovere l’arte e la cultura, l’innovazione e il turismo sostenibile?

Detto, fatto! Nel giro di pochi mesi La Grande Occasione è diventato un progetto multidisciplinare che conta una cinquantina di partecipanti: alcuni vivono nel Monferrato, ma la maggior parte giunge da altri luoghi e ha deciso di partire da qui perché ha sentito forte il bisogno di contribuire alla costruzione di un futuro per i piccoli borghi italiani.

A cura di Francesco Bevilacqua



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