Il contributo italiano al rinascimento psichedelico
Mentre gli odierni studi scientifici stanno abbattendo il tabù nei confronti delle sostanze psichedeliche, l’Occidente si prepara a “sfruttarle”. A colpire in positivo è l’Italia con il suo approccio critico e anti-capitalista
Di recente è uscita, per la collana Enteogeni di AnimaMundi edizioni, la prima pubblicazione di PsyCoRe, network italiano che promuove la ricerca su psichedelici e stati di coscienza da una prospettiva aperta alla complessità e multidisciplinare. Verso la maturità psichedelica è il titolo di questo testo e consiste in un’ampia collezione di interventi che hanno avuto luogo durante le due grandi conferenze per “addetti ai lavori” in questo ambito, svoltesi a Torino nel dicembre 2019 e 2020 con il nome di “Stati Generali della Psichedelia in Italia”, e che ha mobilitato una vasta schiera di ricercatori e professionisti della scena italiana.
Il libro, curato da Alessandro Novazio e Bernardo Parrella, rappresenta l’esito di un comune sforzo volto non solo a divulgare i contenuti più recenti circa la sempre più evidente ripresa dell’utilizzo scientifico di ricerca e terapeutico di questi composti, ma anche il tentativo di produrre un’elaborazione tutta nostrana della complessità del fenomeno.
I DIVERSI APPROCCI SUL FRONTE TERAPEUTICO
Negli Stati Uniti il “Rinascimento psichedelico” ha portato alla diffusione di molteplici start-up e cliniche private ove poter accedere a terapie assistite e di micro-dosing a prezzi oltremodo eccessivi, ed è evidente come un certo giornalismo sensazionalista ne divulghi le qualità benefiche e da panacea con entusiasmo facilone e non sempre attendibile dal punto di vista delle fonti.
L’approccio europeo – rintracciabile nei centri di ricerca e clinici d’Inghilterra, Germania, Svizzera, ma anche di Repubblica Ceca e Francia – si contraddistingue invece per una maggiore cautela circa il lancio di queste terapie, investendo anzitutto sulla ricerca in ospedali e università oltre che nell’integrazione tra canali di diffusione mainstream e le conoscenze provenienti da ambienti underground. Questo permette infatti che vi sia interscambio tra gli studi antropologici, ecologici e culturali, che concernono le questioni filosofiche, teleologiche ed esistenziali che si disvelano durante l’esperienza psichedelica, così come della sua utilità e funzione all’interno di contesti rituali fin dall’alba dei tempi, con gli studi neuroscientifici e medici che, grazie alle tecniche di ricerca più moderne, hanno potuto finalmente offrire dati a supporto delle numerose ricerche e intuizioni che la psiconautica aveva già intravisto in tempi non sospetti.
Il potenziale terapeutico di questi composti è invero enorme, e persino Nature di recente ne ha confermato il valore, non di panacea, ma di agente terapeutico trasformativo, anche nei confronti di condizioni mediche non altrimenti trattabili.
LA VIA ITALIANA
Quello che si sta configurando in Italia è un approccio alla psichedelia che sullo sfondo mantiene il «sappiamo chi non siamo, cosa non vogliamo» di montaliana memoria, e all’orizzonte lo sguardo fisso verso una forma di “maturità psichedelica”, che si estrinseca in un’epoché del giudizio e nella visione dilatata e aperta verso la complessità che la psichedelia rappresenta. Una complessità multiforme e interdisciplinare, che richiede una critica costante del presente storico e una fermezza di intenti. Perché ad oggi sappiamo che nel nostro Paese la strada verso la liberalizzazione e la libera ricerca sarà lunga e irta di ostacoli, ma non per questo impossibile a realizzarsi. La sfida è notevole, poiché in gioco vi è il rischio di perdere di vista l’importanza di tutte le conoscenze di cui si son fatti depositari fin d’oggi gli psiconauti e gli avventurieri dell’iperspazio, a fronte di un rinnovato interesse nella psichedelia per la produzione di capitale. Il rischio è di sussumere esperienze che sono intrinsecamente trasformative entro al modello medico-capitalista o parimenti all’interno dei circuiti new-age o della web economy. Importante è dunque tenere alta la guardia, e continuare a pensare criticamente.
La maturità psichedelica ci consente di ragionare sull’introduzione di strumenti e codici di lettura atti a significare l’esperienza dell’altrove, facendo presente che siano molteplici le modalità di accedere a uno stato di coscienza modificato, così come molteplici sono i dispositivi atti a configurare questo accesso. Ci riferiamo dunque a pratiche quali quelle meditative, di deprivazione sensoriale, di respirazione olotropica, di un’alimentazione particolare, di danza secondo certi canoni e tanti altri ancora, di cui quello indotto da sostanze è solo uno tra questi.
Dinanzi al Rinascimento psichedelico di cui oggi tanto si parla in contesti internazionali sarebbe auspicabile che l’Italia recuperasse la postura propria di quello che fu il Rinascimento nostrano, neoplatonico e umanista, in cui ebbe luogo una vera e propria trasvalutazione dei valori e da cui iniziò a stagliarsi l’idea dell’anima, o diremmo oggi della psiche, come copula mundi. È pertanto iscritta nelle corde del Belpaese questa vocazione al mistero e alla conoscenza dell’umano e del cosmo-mondo; è forse giunta l’ora di ricominciare a guardarsi dentro.