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Rinasce Ostana: il borgo alpino destinato a scomparire

Da villaggio abbandonato a modello di rigenerazione montana: la rinascita (sostenibile) di Ostana

Ostana borgo rinascita

Incastonata tra le Alpi cuneesi ai piedi del Monviso, Ostana negli anni Ottanta era sull’orlo di scomparire per sempre.

La popolazione infatti, che all’inizio del ‘900 superava i mille abitanti, si era ridotta a meno di dieci residenti stabili, tutti anziani.

Uno spopolamento repentino, dettato da un’emigrazione di massa verso le città vicine, tra cui Torino, a poco più di un’ora di macchina, che offrivano molte più opportunità sia lavorative che di qualità della vita.

Vista la gravità della situazione, il destino di Ostana sembrava oramai segnato. Quello dell’ennesimo borgo alpino abbandonato, il cui nome appariva di tanto in tanto nei racconti degli anziani. Fino a che nessuno ne avrebbe mai più parlato

Ma non è questa la storia che vi stiamo per raccontare. Perché in poco più di 40 anni, Ostana è diventato un modello di ripresa da seguire. Che grazie ad iniziative sostenibili ed una comunità partecipe e affiatata, è ritornata a vivere. Più forte e organizzata di prima.

UNA RIPRESA SOSTENIBILE: COME OSTANA È TORNATA A VIVERE

«Abbiamo capito che non potevamo lasciare morire il paese dove eravamo cresciuti e che era arrivato il momento di fare qualcosa», ricorda Giacomo Lombardo: sindaco di 81 anni al sesto mandato (non consecutivo) e pioniere della (ri)nascita di Ostana.

Rinascita che affonda le sue radici nel 1980, quando Lombardo ed un’altra manciata di persone che avevano a cuore la loro casa, si sono attivate per offrire un’alternativa alle amministrazioni che per decenni hanno assistito passivamente al degrado del borgo.

«Nel 1980 abbiamo prima fatto una lista con cui siamo stati cinque anni all’opposizione per capire meglio come poter lavorare. Poi nel 1985 abbiamo creato una lista forte», la cui vittoria ha segnato un cambio di rotta radicale e l’inizio di una nuova storia.

RECUPERO ARCHITETTONICO: TRADIZIONE E INNOVAZIONE SI INCONTRANO

Uno dei pilastri della rinascita di Ostana è stato il recupero del patrimonio edilizio esistente. «Abbiamo scelto di ristrutturare piuttosto che costruire, nel rispetto del territorio e della storia del paese», ha confermato Lombardo.

In particolare, le antiche costruzioni in pietra sono state restaurate nel rispetto dell’architettura alpina locale, ma aggiungendo degli elementi moderni di comfort, come il bagno, che un tempo mancava nelle abitazioni. Un processo che ha garantito case più funzionali, ma che conservano l’autenticità del borgo.

«Abbiamo insistito molto sulle nostre radici linguistiche e culturali, sull’orgoglio dell’appartenenza», aggiunge ancora Lombardo. «Questo ha creato un senso di comunità e di maggiore legame col territorio per chi era rimasto, ma anche per chi se n’era andato».

La ripresa culturale di Ostana infatti, combinata alla ristrutturazione e alla posizione unica nel Parco del Monviso, hanno permesso ai semi della rinascita di sbocciare.

Nei primi anni del Duemila infatti, diverse persone hanno deciso di tornarci a vivere in modo stabile. A pari passo, è cresciuta anche l’affluenza, soprattutto estiva, degli amanti della montagna.

NUOVE ATTIVITÀ E SERVIZI PER LA COMUNITÀ

Dal panifico all’attività di commercialista, passando per il presidio medico e l’agriturismo che alleva alpaca. Sono diverse le neo-attività locali che, a loro volta, testimoniano il risveglio del borgo alpino.

Erano 40 anni infatti che Ostana rimaneva senza forno. Almeno fino al 2019, quando Chiara e Francesco hanno aperto “Quel Po di Pan”, che ogni domenica mattina sforna brioches, bugie e focacce calde.

Brioches che vengono farcite al momento con le marmellate del “L’Orto di Ostana”: azienda agricola nella borgata più alta del comune, che produce ortaggi, marmellate e segale. Che a sua volta viene utilizzato per la produzione di pane.

Dietro la nascita di molti progetti c’è la cooperativa “VISO A VISO”: realtà comunitaria senza scopo di lucro, nata nel 2020 per rispondere ai bisogni del territorio. La missione?

Offrire servizi che vanno dal benessere e la salute al welfare comunitario. Dal turismo sostenibile alla cultura. Dall’accoglienza turistica alla valorizzazione dei prodotti locali.

Sempre VISO A VISO infatti, gestisce nella borgata Sant’Antonio, a 1.350 metri di altitudine, una foresteria con 12 posti letto e il centro culturale Lou Pourton: bellissimo spazio in pietra e legna, che su tre piani accoglie una biblioteca, uno spazio di co-working, un’area per le esposizioni, una portinesia, una sala congressi e la Merenderia Alpina, un bar-vineria che dispensa prodotti a km 0.

UN PICCOLO PASSO PER OSTANA, MA UN GRANDE PASSO PER TUTTE LE AREE DI MONTAGNA

Sono questi e tanti altri i fattori che hanno permesso la rinascita di Ostana, in cui oggi vivono almeno 50 persone in modo stabile. E l’età media a scesa a 37 anni. Con una manciata di bambini che sono tornati a calpestare quei sentieri di montagna.

Una storia che fa emozionare e diventa un modello da seguire per le aree vittime dello spopolamento di massa. Che ci dimostra come una comunità forte e partecipe possa fare da ponte tra tradizione e innovazione, ed invertire il declino dei piccoli centri di montagna.



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