Riflessioni sul family day e sui fanatici della famiglia
Matteo spegne la luce. Mette la chiave sotto lo zerbino e va via. Dove, ancora non sa. Dietro quella porta chiusa c’è tutta la sua vita. Il suo amore. Un male terribile lo ha portato via. Si sono guardati a lungo mentre la vita lo abbandonava. Stringendosi le mani, come sempre.
Mille sogni, prima di quelle maledette analisi. Anche un figlio, da adottare visto che non ne potevano avere. Pensavano di vederlo crescere. Di amarlo. Di educarlo al rispetto degli altri. Prima o poi, forse,sarebbe stato possibile e la prospettiva li riempiva di gioia. Tutto finito. Ha avvisato la sua famiglia.
Arriveranno presto, poco ma sicuro. Quando il suo amore lottava tra la vita e la morte non si era visto nessuno. Neanche una telefonata. Ora, invece, accorreranno. Matteo ha portato via solo le loro fotografie e qualche libro. Prendano pure tutto il resto. Le cose ed i soldi, che importa ora che il suo amore, Luigi, non c’è più. Quante storie come questa. Troppe…
Ho grande rispetto delle opinioni altrui ma non sopporto la sopraffazione, l’imposizione ad altri delle proprie convinzioni.
Il Family Day, la manifestazione di Roma, il pronunciamento della Conferenza Episcopale, sono un preoccupante tentativo di sopraffazione. Un paese civile, uno stato che deve essere laico per essere tollerante, non può negare diritti sulla base di scelte sessuali e religiose. Deve, anzi, offrire a tutti le garanzie di una sana e civile convivenza. Produrre leggi in tal senso.
Il matrimonio e la famiglia cattolica non hanno niente da temere da una legge che regoli e dia diritti alle unioni civili o omosessuali. I cattolici continueranno a crederci e a comportarsi di conseguenza. Nessuno impone loro alcunché. Sono loro a voler imporre ad altri il loro modello di vita. Solo per non perdere un pezzo di potere temporale, di controllo sullo stato che invece dovrebbe esser casa di tutti.
E’ la sharia che pretende normare ogni cosa a somiglianza del suo credo. Un male che riguarda non solo il mondo islamico, ma anche quello cattolico, dalle crociate alla colonizzazione.
Date a Cesare quel che e’ di Cesare, date a Dio ciò’ che è di Dio. E non abbiate paura dell’amore.
La legge Cirinnà è una buona legge, rispettosa di tutti. Può essere migliorata, ad esempio chiarendo che la pratica dell’utero in affitto è proibita sia in Italia che all’estero perché occasione di sfruttamento di donne povere e di nuovi odiosi traffici. Ma è necessaria. Ci rende più civili ed umani. Tutti.