Ridatemi la canapa, mi serve per salvarmi dall’eroina e dai farmaci
«Mi state facendo camminare sul filo del rasoio, preferite un tossico a chi come cerca di curarsi con la canapa». Si tratta di una parte della lettera inviataci da un lettore, della quale abbiamo deciso di parlarvi per tornare a prendere di vista la questione dell’utilizzo della canapa come metodo per la disintossicazione dalle droghe pesanti. Un tema importante, sottovalutato e non sufficientemente discusso.
A raccontarci la sua storia è stato un ragazzo di nome Luca, con un passato di tossicodipendenza e depressione, segnato anche da alcuni tentativi di suicidio, ma ormai superato da sette anni, grazie alla forza di volontà e grazie, anche, alla cannabis. Scrive Luca: «Dopo aver smesso con l’eroina ho continuato ad avere problemi di depressione, attacchi di panico, insonnia, crisi respiratorie, eccetera. Poi ho iniziato a usare l’erba come alternativa ai farmaci che prendevo contro la dipendenza e stavo alla grande, grazie anche all’aiuto di una psicologa che credeva nell’utilizzo della cannabis».
Tre settimane fa Luca è stato fermato dalla polizia con 8 grammi di fumo, all’agente ha cercato di spiegare la propria storia ed il motivo per il quale utilizzava la cannabis. «Ma il poliziotto mi ha detto che erano solo problemi miei», scrive Luca.
Nessuno in Italia prescrive l’utilizzo di cannabis terapeutica nella cura delle tossicodipendenze. Metadone a palate, psicofarmaci senza particolari problemi, ma la canapa no: è impossibile ottenerla. Questo è il problema. Per Luca e tanti altri nelle stesse condizioni la cannabis può essere detenuta e usata solo illegalmente, andando dagli spacciatori ed assumendosene tutti i rischi legali.
«Cominciai con l’erba per stare lontano dallo Xanax e da tutti i problemi che mi aveva creato. Perché questi farmaci contengono dei derivati dell’oppio e un ex tossico deve stargli lontano anni luce». Ora però è direttamente la legge dello stato a rispingere Luca a utilizzare i farmaci al posto della canapa.
«Io credo che uno stato dovrebbe aiutare i suoi cittadini che hanno problemi, non mandarli in crisi – scrive alla fine della lettera – io ho una paura fottuta di questo farmaco perché mi potrebbe rievocare ricordi e sensazioni che mi dava l’eroina, il cervello di un ex tossico che soffre di depressione, è più fragile di un cristallo. Comunque volete drogarmi con le vostre di droghe, ok ma assumetevi le vostre responsabilità, le vostre decisioni possono rovinare le persone. Odio questo paese ipocrita, non ho ucciso, non ho spacciato, di fatto verso gli altri io non ho mai fatto nulla. Mi state rovinando perché la sera a casa mia mi facevo le canne. Ma lo Xanax per voi va benissimo. Mi state facendo camminare sul filo del rasoio, preferite un tossico a chi come cerca di curarsi con la canapa».
Ps: qualche giorno dopo questa lettera, Luca ci ha scritto di nuovo. Non è riuscito a resistere e in mancanza della cannabis ha ripreso lo Xanax. Un messaggio che al tempo stesso una denuncia fortissima e una richiesta di aiuto: «Oggi ho preso lo Xanax – ci ha scritto – e credetemi sto piangendo perché sento il calore e la pace che mi dava l’ero. È devastante il ricordo».