Reported.ly: il giornalismo si fa social
L’informazione sta migrando dai siti dei giornali ai social network, che sono diventati una delle maggiori fonti di traffico per chiunque abbia una pagina web. Con gli smartphone, inoltre, è cambiato il consumo delle notizie e le modalità di navigazione. Si passa da una parte all’altra del web, lasciando perdere le homepage per essere reindirizzati, magari da un profilo amico, direttamente ai contenuti. Piattaforme come Twitter e Facebook sono passate dalla periferia al centro di internet. Forte di questi presupposti è stato lanciato il progetto Reported.ly: il sito non c’è ancora, il dominio reindirizza sulla pagina Medium di presentazione del progetto (medium.com/reportedly).
La novità è grande e vuole essere il prodotto più al passo con i tempi in fatto di informazione: non più utilizzare i social network come semplice vetrina per la propria piattaforma, ma un modo di fare giornalismo che sia social-first. Finanziatore del progetto è First Look Media, la nuova società editoriale che per il momento ha lanciato soltanto The Intercept, il sito di Glenn Greenwald, il giornalista a cui Snowden aveva passato gli scottanti documenti dell’NSA che hanno fatto scattare lo scandalo del Datagate. Per il momento Reported.ly coinvolge 6 giornalisti che si sono distinti negli ultimi anni per la loro presenza di spicco sui social media. C’è anche un’italiana, Marina Petrillo (su Twitter @alaskaHQ), diventata celebre per la sua dettagliata copertura della Primavera Araba seguita proprio utilizzando il social network cinguettante.