Reggae Grammy Award, vince Jimmy Cliff
Deluso e annoiato per la stanca cerimonia dei Grammy Award, speravo in cuor mio una sola cosa, che quel premio così importante per il prestigio che conferisce ad ogni carriera artistica, lo vincesse Jimmy Cliff. Per fortuna è andata così e “The Rebirth” diventa l’album incoronato, ennesimo riconoscimento di un percorso, quello del singer jamaicano, davvero impressionante per longevità e qualità. Nella lista d’altronde “The Rebirth” dava quantomeno una suggestiva chiave di lettura, segnava il ritorno di un grande, con la particolarità che ciò avveniva con la partecipazione di un produttore solito alle sonorità punk rock e con un’idea musicale, che tornasse nel passato glorioso della musica jamaicana. Un disco dunque capace di rappresentare un anno, quello scorso, nel quale si celebravano i 50 anni di indipendenza, un periodo che Jimmy ha compiuto per intero, partecipando a tutte le fasi storiche, ma sempre con il suo tocco unico e inimitabile. Questa vittoria mancava dal 1986 quando l’artista si affermò con l’album “Cliff Hanger”.
“The Rebirth” è curato in ogni dettaglio, ha quella riconoscibile atmosfera vintage, resa speciale dal tocco di Tim Armstrong, membro fondatore di una band culto nel mondo del punk, quella dei Rancid. Un nuovo incontro dunque tra due mondi apparentemente diversi e che invece si sono sempre corteggiati a vicenda, come dimostrano le tante collaborazioni e scambi che gli esponenti delle diverse sponde hanno sperimentato più volte.
“The Rebirth” non segna la rinascita di un artista mai inabissatosi, ma di un modo di fare e immaginare la musica che si è progressivamente perduto e che il singer dalla voce dolce e appassionata, ha deciso di riproporre, dopo che lui stesso nelle ultime produzioni si era dato ad un pop talvolta privo di quell’essenza tutta jamaicana.
Per questi motivi decidere di premiare “The Rebirth” assume il significato di celebrare sonorità che non vanno e non devono essere perdute, in un mare di modernità che dimentica troppo spesso passato e radici.
fonte: misterbigga.wordpress.com