Reggae vibrations

Reggae Britannia Documentary

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La BBC4 si rende protagonista di un grande viaggio nella musica reggae inglese. Lo fa oltre che in una prospettiva musicale, anche studiandone e mostrando le influenze culturali e sociali, che tale genere ha avuto su un intero paese. E’ dunque una prospettiva affascinante e di tutto rispetto, che con dedizione e con il contributo dei principali protagonisti, mostra gli effetti di un pacifico contatto culturale, capace poi di diventare un mezzo espressivo universale, anche se con ricche e svariate sfumature. Il documentario naturalmente vive anche della sua prospettiva storica e i primi fotogrammi ci restituiscono gli anni ’60, anni particolari in quanto in quel periodo diventa numericamente significativa l’emigrazione dei jamaicani nel paese che fino al 1962, li aveva colonizzati.


Ska, rocksteady, roots, dub e lovers rock, sono gli stili attraverso i quali raccontare una musica ricca ed affascinante. E con frequenti immersioni nel clima sociale che caratterizza i vari periodi, scorrono sullo schermo alcuni grandi protagonisti che questa storia hanno di certo contribuito a scrivere. Dennis Alcapone, Ken Boothe, Chris Blackwell, Dennis Bovell, UB40 e tanti altri, come i fenomeni pop dei Culture Club guidati da Boy George e gli Style Council capitanati da Paul Weller, che tanto prendono dalla musica reggae in termini di ispirazioni e sonorità.


Il reggae britannico è anche una delle colonne sonore dei movimenti di protesta che nascono in particolare negli anni ’70, quando diventa chiaro che il tanto decantato multiculturalismo inglese non significa altro che ghettizzazione ed esclusione. Da questo punto di vista diventano centrali agli inizi degli anni ’80, alcune epiche band quali gli Steel Pulse e i Black Roots, che meglio di tutti raccontano il mai scomparso razzismo, la mancanza di opportunità e di prospettive per coloro che in quanto stranieri, vengono di fatto esclusi ed emarginati.


Per tutto questo Reggae Britannia è un affresco davvero esauriente va dato atto al regista Jeremy Marre di aver saputo raccontare ed emozionare.

http://misterbigga.wordpress.com

 



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