Referendum contro l’invio di armi in Ucraina: una corsa contro il tempo per raccogliere le firme nel silenzio generale dei grandi media
Resta poco tempo per raccogliere le firme per il referendum pacifista, ecco come aderire, online e non, entro il 21 luglio
È in corso l’ultima fase di raccolta firme per il referendum che si oppone all’invio di armi in Ucraina. La campagna è iniziata il 23 aprile scorso e ha come obiettivo la raccolta di almeno 500.000 firme a livello nazionale entro il prossimo 21 luglio. Tuttavia mancherebbero ancora circa la metà delle firme necessarie e il rischio è che l’obiettivo non venga raggiunto. Questa sfida viene complicata dalla mancanza di informazione diffusa dai media mainstream, che i comitati promotori definiscono come una forma di “censura“.
Nonostante la sua rilevanza per il paese, la campagna di raccolta firme lanciata dai Comitati “Generazioni Future” e “Ripudia la guerra” contro l’invio di armi in Ucraina è stata del tutto ignorata dalle reti Rai. Alcuni attivisti hanno addirittura intrapreso uno sciopero della fame nel tentativo di spingere i media a parlare dell’argomento.
Secondo i promotori, che fanno appello all’articolo 11 della Costituzione, le autorità italiane dovrebbero impegnarsi nei conflitti internazionali non mediante l’invio di armi bensì con un lavoro diplomatico volto a ottenere il cessate il fuoco e delle trattative di pace. Così sono stati elaborati tre quesiti riguardo l’abrogazione delle disposizioni sull’invio di armi all’Ucraina contenute nell’art. 2 bis della Legge 28/2022 e nell’art.1 della legge n. 8/2023; nonché delle disposizioni contenute all’art. 1, comma 6, lettera a) della legge 185/1990 che ammettono eccezioni al divieto di invio di armi ai Paesi in stato di conflitto armato.
Per firmare la petizione referendaria, tutti i cittadini italiani aventi diritto al voto possono sottoscrivere la richiesta presso gli uffici elettorali dei comuni di residenza, dove troveranno i moduli appositi vidimati. In alternativa, è possibile firmare online o recarsi ai banchetti organizzati dagli attivisti nelle principali città italiane, i cui orari e luoghi possono essere consultati in tempo reale sul sito generazionifuture.org.
Inoltre, è stata creata la possibilità di firmare digitalmente attraverso la piattaforma Itagile.it, utilizzando SPID o altri strumenti di firma digitale, al costo di 1,50 euro per ogni firma. È importante notare che ogni cittadino può firmare una sola volta e può scegliere una sola modalità, sia essa fisica o digitale.
Perché è fondamentale non restare indifferenti?
Lo ricorda il giurista Ugo Mattei del Comitato referendario Generazioni Future: «Si tratta un referendum estremamente importante perché con tanti che chiacchierano di pace, questo è l’unico modo concreto di dare la possibilità al popolo italiano di esprimersi chiaramente contro la guerra».