Referendum a rischio? Diffida ai comuni, lettera a Mattarella e sciopero della fame dei promotori
Una delle più grandi partecipazioni democratiche degli ultimi anni in Italia, rischia di saltare a causa di una doppia inadempienza: dello stato da una parte e dei comuni dall’altra. Parliamo della raccolta firme per il referendum sulla cannabis, che ha visto una partecipazione popolare inaudita in tempi brevissimi, ben oltre le 500mila firme, e che ora rischia di non diventare realtà, ma andiamo con ordine
Referendum: il rinvio al 30 ottobre
In Italia il tempo utile per raccogliere le firme per un referendum va dal primo gennaio al 30 settembre. Ma quest’anno, visti i vari problemi burocratici dovuti alla pandemia, a giugno era stato deciso che tutte le raccolte firme in corso avrebbero avuto tempo fino al 30 ottobre. Questo non accade solo ed esclusivamente per il referendum sulla cannabis, perché indetto dopo giugno, nonostante i promotori avessero chiesto fin da subito il rinvio.
I comuni che non inviano i certificati
Il soggetto promotore del referendum, insieme alle firme, deve presentare i certificati elettorali delle persone che hanno firmato. Secondo la legge, dalla data della richiesta i comuni avrebbero 48 ore di tempo per adempiere a questa richiesta. Ebbene, ad oggi, nonostante tutto fosse stato fatto nei tempi giusti, dopo diversi giorni dalla richiesta sono ancora 1400 i comuni che non hanno consegnato i certificati elettorali. Sono stati diffidati dal comitato promotore ma la situazione rimane bloccata.
Le reazioni
Oltre alla diffida dei 1400 comuni, il comitato promotore non è rimasto con le mani in mano. Il 24 settembre c’è stata una manifestazione sotto al ministero della Giustizia per tornare a chiedere la proroga al 30 ottobre. Non solo, perché ieri è stata inviata una lettera direttamente al Presidente della Repubblica Mattarella: “Ci rivolgiamo a Lei, garante dei diritti fondamentali della Costituzione, perché sia impedita una violazione della volontà di 600.000 cittadine e cittadini che hanno sottoscritto una richiesta di referendum per cancellare alcune norme della legge antidroga 309/90”, spiegano i promotori del referendum. Infine a partire da ieri sera Marco Perduca e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, Antonella Soldo di Meglio Legale, Franco Corleone di Società della Ragione, Riccardo Magi di +Europa, Leonardo Fiorentini di Forum Droghe, Giulia Crivellini di Radicali Italiani e tanti altri inizieranno uno sciopero della fame ad oltranza per chiedere il rispetto dei diritti delle persone che hanno firmato il Referendum Cannabis.
Vi terremo aggiornati sulle novità, intanto continuate a firmare e donare per la campagna dal sito www.referendumcannabis.it.