Rebel salute, l’ultimo grande festival in Giamaica
Ocho Rios, Giamaica. Un prato immenso, le onde del mare che si infrangono contro gli scogli, i profumi di ganja e di cibo ital, quella cucina semplice e salutare che rifiuta il cibo prodotto industrialmente secondo la tradizione Rasta. Le vibes sono quelle del Rebel Salute, il festival di 2 giorni, giunto lo scorso gennaio alla ventisettesima edizione, realizzato dal grandissimo Tony Rebel. La maratona inizia alle sette di sera e prosegue, se va bene, fino alle nove di mattina. C’è chi viene solo per qualche artista, c’è chi non se ne vuole perdere nessuno. Le condizioni climatiche non sono d’ostacolo: la pioggia a volte è incessante e straziante, ma tutti sono preparati alla realtà del meteo, così, attrezzati per bene, lo spettacolo non ne soffre. Tutti rimangono fermi al loro posto o al massimo, quando lo scroscio d’acqua è più grande, ci si ripara da qualche parte, approfittandone per socializzare.
L’area dove si svolge il festival è grande e spaziosa, il palco è su una cunetta così chi sta dietro ed è più lontano può godersi comunque lo spettacolo. Allontanandosi un po’ ci sono altre due aree altrettanto grandi, una dedicata al cibo e l’altra agli oggetti. Gli stand gastronomici vendono pesce fritto, breadfruit, zuppe, akee, centrifugati di frutta fresca, energizzanti naturali, ricette vegane, molti cibi buonissimi cucinati con la marijuana, montagne di cocchi da bere per rigenerarsi. La carne e l’alcol sono assenti. Gli stand che vendono oggetti vanno da vestiti e gioielli creati artigianalmente a esposizioni di ganja e antichi giochi africani da tavola.
Le performance sono state tutte eccezionali, ognuno ha espresso con amore il proprio talento e i valori della propria cultura. È stato un susseguirsi di leggende e icone del reggae, dall’amatissimo Sanchez a Wayne Wade, Tony Tuff, Hopeton James, Errol Dunkley. Tra i giovani un profondo e toccante soul di Mortimer, il ribelle Jahbar I, Chi Ching Ching, Chronic Law. L’inconfondibile timbro meraviglioso di Richie Spice, un fantastico Jesse Royal, e come sempre brava Queen Ifrica. Beenie Man è stato molto coinvolgente e comico, con la sua mimica inconfondibile, Anthony B ha avuto poco tempo ma è bastato per far esplodere la sua energia. Boby Wine che arrivava dall’Uganda si è esibito egregiamente, ribadendo l’importanza di continuare a creare un grande ponte di scambio con l’Africa. Un uomo dai grandi obiettivi, considerato che si è candidato alle prossime elezioni per essere eletto come presidente dell’Uganda.
Il Rebel non è solo un festival musicale, è un modo di vivere, missioni da raggiungere attraverso l’arte espressa in ogni forma. Preservare queste sacre forme di comunicazione significa continuare a valorizzare la storia e trasmetterla al mondo e alle nuove generazioni, tramandando una cultura e una storia che mai deve essere dimenticata.
Lucia Paci (Rasta Snob Crew)
Autore per Rasta Snob, da trent’anni rivista di riferimento per gli amanti del reggae