RapStar – Non è gratis (recensione)
“Tempi duri, meglio che siano tempi brevi” recitava Gufo, in uno storico brano in compagnia di Amir (allora Cina) e Masito. Non è dato sapersi quanto longeva sarà la nuova etichetta discografica lanciata da Fabri Fibra con la produzione esecutiva di Paola Zukar (e con alcune new entry), la Tempi Duri, appunto; ma l’impressione è che sia destinata ad influenzare il movimento con determinate e mirate scelte artistiche. L’attesa combo tra Fibra e Clementino ha seguito i lavori di Entics, il mixtape di Double S e i dischi, ufficiali e non, di Maxi B. RapStar è il nome che li unisce: una provocazione però inconfutabile dato che i due, per carisma e talento, sono personalità imponenti dell’hip hop italiano.
Fibra sceglie di lanciare la punta di diamante della neonata etichetta unendosi a Clementino: era da più di dieci anni che il Tarducci non usciva con un disco in compagnia e la scelta di avvicinarsi al rapper napoletano è più che condivisibile. Capacità di improvvisazione, flow, tecnica, carattere, disinvoltura… connotati affini che rendono il duo una combinazione esplosiva. Il singolo Chimica Brothers (che da qualche giorno ha sfondato il milione di visualizzazioni) ha aperto le danze ad inizio anno: l’affiatamento nell’alternanza tra i due non pare figlio di un’illuminazione dei mesi precedenti “Non è gratis”, anzi.
I due sembrano fatti l’uno per l’altro in particolar modo quando il rap si fa entertainment. E, a dire il vero, Non è gratis pare confezionato proprio per facilitare una fruizione più lieve. La componente scanzonata e fattona egemonizza il concept: le rapstar danno lezioni di flusso e metrica, tra tricks e incastri, favorendo il mero esibizionismo tecnico rispetto alla sostanza. Che è forte nel secondo singolo, “La luce”, e si estremizza nella demagogia di “Una possibilità” e nel determinismo di “Ci rimani male”. Per il resto, difficile distinguere un brano dall’altro, se non per i ritornelli sloganeggianti che ti si ficcano in testa con una velocità disarmante. Un Fibra sornione li marchia a fuoco quasi tutti, mostrandosi ancora una volta abile a creare tante piccole hit. Ma non è una novità. Clementino, a pochi mesi dalla consacrazione underground di I.E.N.A., si districa notevolmente anche in un ambiente meno melmoso, forse anche più elitario. Fibra e Clementino il rap sanno farlo mostruosamente bene, ma non vogliamo che Non è gratis in sostanza miri a dimostrare solo questo, poiché vengono a mancare ulteriori spunti interessanti.
Il fatto che questo dovesse essere un mixtape ha settato il mood del progetto su binari più scanzonati nelle liriche e elettronici nella musica di Dj Nais e Tayone, tra gli altri. A meno di miracoli, questo disco non rimarrà a lungo nella memoria collettiva: pare però che il momento sia propizio per dischi veloci, che spacchino il tempo di qualche ascolto e vengano sostituiti dal prossimo album, che, data la quantità di lavori analoghi degli ultimi tempi, sarà già in progetto. Tempi duri, tempi nuovi.
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Nicola Pirozzi