Rap Brothers
«Fratello», «brother », «brò», «frà». Quante volte abbiamo sentito appellarsi così, tra di loro, i rapper? Più o meno sempre. Il concetto di fratellanza è primario nella cultura Hip Hop, unica grande madre di una serie sconfinata di figli uniti dall’amore per le quattro discipline e per i valori che lo hanno reso un fenomeno globale. Sono piuttosto rari i casi in cui fratelli di sangue condividono la medesima passione con discreto successo: oltreoceano, per ovvi motivi, è facile contarne di più.
Gli esempi più eclatanti riguardano la famiglia Jackson, da cui sono nati Oh No e Madlib e quella Braunstein, che ha dato i natali a Ill Bill e Necro. Dalla famiglia del compianto J Dilla è arrivato anche il più giovane Illa J, mentre due fratelli, di cognome Gonzalez, hanno creato il gruppo Psycho Realm. Fratellastri sono Dr.Dre e Warren G, mentre Evidence e The Alchemist non sono legati da alcuna parentela, nonostante il loro progetto si chiami proprio step brothers. E in Italia, chi sono i fratelli di sangue nel rap? Andiamo a scoprirli.
Tarducci
Incredibile, l’unica foto sul web dei Tarducci
Giusto per smentire quanto dicevamo, i primi due non-fratelli (in senso lato) del rap sono proprio due… fratelli di sangue. Fabrizio e Francesco Tarducci sono rispettivamente Fabri Fibra e Nesli, ovvero i fratelli rapper più conosciuti di Italia, che da anni – dal 2008, secondo le dichiarazioni del secondo in questa intervista – non hanno più alcun tipo di rapporto. Insieme hanno condiviso gran parte delle esperienze Hip Hop in adolescenza: “Fitte da latte” di Nesli è il progetto in cui collaborano di più, prima di unirsi nel team Teste Mobili e dare adito a voci su un album insieme, sotto il nome di Fratelli Bandiera. Cosa che non accadrà mai: nel 2007, “Le ragazze” è l’ultimo, davvero non memorabile brano di coppia, prima di prendere vie del tutto opposte – musicalmente e non. Fratelli coltelli.
“Senza un perché” (2001) da “Cactus” del team Piante Grasse
Cellamaro
Eh no, loro mai fotografati assieme
Non c’è che dire, il signor Cellamaro ha impiantato nei suoi figli il gene della black music: le tre creature, nate a cavallo tra il 1972 e il 1977 sono diventate tre rapper, ma più in genere amanti e performer dei ritmi neri. Francesco il più anziano, poi è arrivato Massimiliano nel 1975 infine l’unica donna, Maria: loro sono Esa, Tormento e Marya, che hanno piazzato quel cognome su alcuni dei capisaldi del rap italiano. Qualche nome? “La grande truffa del rap” e “Sotto effetto stono“. Quattro dischi alle spalle, invece, per Marya, particolarmente attiva nel primo decennio del 2000. Nessun album assieme, ad eccezione di Siamesi Brothers, lavoro del 2008 firmato dai due fratelli maschi. Famiglia total black.
“Generazione di fenomeni” (2000)
Aleotti
J-Ax e quello che ora si fa chiamare Weedo
Alessandro nasce nel 1972, mentre Luca sette anni più tardi. Il primo si chiamerà J-Ax, il secondo Grido: la differenza di età è notevole, cosicché il primo manterrà sempre una forma di protezione nei confronti del più piccolo. Gli esordi del secondo nel mondo rap avverranno infatti su progetti del maggiore, a fine anni ’90 – prima di esordire col suo gruppo Gemelli DiVersi. Nel 1998, su “Nessuno” dei già noti Articolo31, incideranno insieme “Buon sangue non mente“, primo brano a forte impronta familiare. La storia recente vede un cambio di nome per Grido, ora Weedo, sotto contratto con Newtopia – l’etichetta di J-Ax e Fedez. Insieme hanno inoltre collaborato al programma di satira su RaiDue, “Sorci Verdi“. Figli di mamma.
“Due su Due” (2002)
Vella
Purtroppo nessun frame dall’unico video insieme
Tre su tre anche in casa Vella, dove sono nati Alex Andrea (1983), Jari Ivan (1985), infine Gioele (1994) – che nel rap sono noti come Raige, Ensi e Lil’Flow. I primi due hanno cominciato assieme nel team OneMic, iniziando il piccolo della famiglia sin da subito: il suo esordio, annunciato dal fratellone Ensi, è datato 2007, nel brano “La Uannamaica” contenuta nel disco solista di Rayden. Il fratello maggiore, Raige, ha forse pubblicato il disco più bello di famiglia: “Tora-ki” è una vera perla, ma Ensi, dopo l’incetta di premi in freestyle, ha convinto nel suo solista “Era tutto un sogno“. Dopo quello che sembrava essere un esordio promettente, Lil’ Flow non ha mai confermato le aspettative, nonostante diversi street album e mixtape. Fratelli pesi massimi.
“Il trio tenerezza” (2008) – Ensi ospita fratelli e il fratello-non-di-sangue Rayden
Ausiello
Ospiti a “RaiTunes” di Bertallot
Enrico e Francesco crescono a Torre del Greco, nell’hinterland napoletano, e saranno due dei quattro figli della famiglia Ausiello. Si faranno conoscere col nome di Reddog e Boom Buzz in collettivi orientati al rap (Funky Pushertz) o al reggae (Torreggae), infiammando palchi e dancehall con delivery e attitude di gran livello e mettendo a segno, con gli altri compari, due ottimi dischi (vedi “La grande abbuffata“). Talento palpabile e assolutamente complementare, tanto che è auspicabile un disco di coppia, dopo il nuovo full-lenght dei Funky Pushertz. Flow brothers.
“Combo combo thing” (2009) produzione Jambassa
Yamanouchi
Immagine tratta dal compianto MySpace
Si rincorrono in giro per il web tantissime notizie sul rapporto che lega Taiyo Yamanouchi (nato nel 1975) e Justin Yamanouchi Rosso (1982) – noti nel rap col nome di Hyst e Jesto. Nel tempo il primo ha confermato di essere figlio di Haruhiko Yamanouchi, attore giappo-italiano, mentre il secondo di Stefano Rosso, cantautore romano scomparso nel 2008, e di non essere mai stato adottato dal padre di Hyst. Mistero? Fratelli uniti dalla madre? Non ci sono conferme, ma di sicuro si è respirata tanta arte in famiglia, tanto da generare due rapper eclettici e di grande talento. Attore, conduttore, scrittore e cantante Hyst, precursore della trap in Italia Jesto: fratelli d’arte.
“Il mio flow” (2006)
Farina
Da più di 20 anni, sempre insieme
Tra i pionieri dell’hip hop campano, i precursori dello street rap: dalla famiglia Farina sono nati Callister e Castì, dai primi anni ’90 con un microfono in mano, dapprima nell’iconico Ordine del Pariamiento, poi tra le fila del team più composto della doppia H partenopea: i 13 Bastardi. Luigi e Mario continuano a collaborare nei Fluxer, anno 2006, assieme al DJ e producer Tayone, e tuttora nel progetto Jungle Monster (vedi “Sali sulla sbarra“). Street brothers.
“Cuori freddi” (2006) – Callister, Castì, DJ Gruff e Tayone