Quando la natura ferma il cemento: l’incredibile storia del lago ex-Snia di Roma
A riportare la vicenda all’attenzione della rete è stato il video che lo storico gruppo di hip-hop militante “Assalti Frontali” ha dedicato poche settimane fa a questa storia che ha dell’incredibile. “Il lago che combatte“, questo il titolo del pezzo, ha conquistato il web in pochi giorni raccontando in rime la storia del lago ex-Snia, sorto dal nulla, in mezzo al cemento della Prenestina nel 1992, e della ventennale lotta per la sua salvaguardia, conclusasi vittoriosamente il primo agosto con la delibera della giunta comunale di Roma che ha sancito definitivamente l’esproprio del terreno su cui è sorto il lago (proprietà del costruttore Antonio Pulcini) e la sua destinazione a parco pubblico.
AL POSTO DEL CENTRO COMMERCIALE 10MILA METRI QUADRI DI ACQUA BALNEABILE. Era il 1992 quando il costruttore iniziò gli scavi per la costruzione di un centro commerciale di sei piani con parcheggio sotterraneo nella zona del Pigneto, ma non appena le macchine hanno bucato il sottosuolo per gettare le fondamenta del gigante di cemento, hanno intercettato la falda dell’acqua bullicante. Per diverse settimane l’ordine del costruttore è stato quello di far finta di niente, così gli operai hanno iniziato a pompare l’acqua emersa dentro alle fogne per prosciugare il cantiere e proseguire nella costruzione. Ma un grosso acquazzone ha compromesso il piano del costruttore: il collettore è esploso, il Pigneto si è allagato e si è così formato il lago. Un lago di oltre 10mila metri quadrati che ha preso il nome dalla fabbrica tessile attiva negli anni ’20 il cui scheletro sorge ancora poco distante. Il 15 agosto scadevano i termini per il comune di Roma per confermatre in via definitiva l’esproprio del terreno e la rinuncia ad ogni costruzione, e così è stato. Soprattutto grazie a dieci anni di battaglie di centri sociali e comitati di cittadini, che negli ultimi mesi – mentre si avvicinava la scadenza per decidere il futuro del lago – hanno organizzato grandi iniziative di protesta e sensibilizzazione con lo slogan “Lago per tutti, cemento per nessuno”, fino al lancio del video degli Assalti Frontali che ha fatto conoscere la storia del lago a tutta Italia, mettendo probabilmente la pressione decisiva alla giunta Marino, fino a poche settimane fa’ incerta sul da farsi.
il video della canzone degli Assalti Frontali “Il lago che combatte”
UN NUOVO ECOSISTEMA IN MEZZO AL CEMENTO. In questi vent’anni la natura, in barba agli scheletri di cemento del centro commerciale ancora presenti, si è riappropriata progressivamente di questo angolo di città stranamente non ancora asfaltato, regalando al quartiere un piccolo paradiso: non solo 10mila metri quadri di acqua dolce e balneabile, profonda fino a sei metri, ma anche un nuovo ecosistema che nel parco e nei sui dintorni è sorto, con alberi e vegetazione spontanea, e il popolamento del lago e delle sue sponde da parte di pesci ed uccelli che nel centro di Roma non si erano mai visti, come il germano reale. Dopo vent’anni di lotte e carte bollate contro gli interessi speculativi che vi erano sulla zona, il lago ha finalmente vinto. I comitati con i 20mila euro raccolti in anni di iniziative hanno iniziato l’arredamento del parco, con un gruppo di designer e architetti che ha progettato i tavoli e le panchine da allestire con criteri di riciclo e bio architettura. Mentre il comune si è impegnato ad allestire un ingresso aperto al pubblico su via di Portonaccio e a stanziare 500mila euro per i lavori di recupero e sistemazione del lago. Il lago che combatte ha vinto la sua battaglia ed ora sarà il lago di tutti i romani.