Quali intenzioni ha l’Italia con le armi nucleari?
Dopo che l’Irlanda, la Nigeria e il Niue hanno annunciato di aver ratificato il Trattato di Proibizione delle Armi nucleari, resta da domandarsi il perché ancora oggi l’Italia non l’abbia sottoscritto.
Attualmente l’Italia non produce né possiede armi nucleari ma partecipa al programma di “condivisione nucleare” della NATO. Questo vuol dire che pur non producendole, pur non possedendole, ha sparse sul suo territorio bombe atomiche della NATO.
Non hanno fatto notizia le dichiarazioni di Hans Kristensen della Federation of American Scientists sulla presenza di 40 bombe atomiche statunitensi in Italia. Secondo quanto detto gli Stati Uniti possiedono 150 ordigni nucleari dislocati in Europa e l’Italia rimane il Paese ad aver il primato con il più alto numero di bombe. Inoltre possiede il primato di avere 20 armi nucleari ad Aviano e 20 armi nucleari a Ghedi. Tutte armi su cui lo Stato italiano non esercita alcuna giurisdizione, permettendo alla NATO e agli USA di usufruire arbitrariamente del nostro Paese per qualsiasi progetto militare, esercitazione, spedizione militare d’intelligence e forse, chissà, anche bombardamento.
Stando a quanto detto, queste sarebbe le stime aggiornate, ma non si sa con certezza quante ve ne siano a causa del segreto militare. Ciò che si conosce è che le attuali bombe atomiche presenti hanno una potenza pari alle B61-4, mentre col passare del tempo verranno sostituite da altre più nuove e distruttive come le B61-12, di cui un ordigno, se lanciato a Milano, ha la capacità di eliminare qualsiasi traccia di vita in tutta la Lombardia.
Forse oggi è arrivato il momento di interrogarsi su come sia possibile parlare, spesso in termini retorici, di pace, senza minimamente trattare di temi come il disarmo e di tagli drastici a spese militari. È arrivato il momento di chiedersi cosa significhi per gli Stati europei la nozione giuridica di “sovranità” nel momento in cui si legittima la presenza di truppe militari straniere su un territorio sovrano. Sono veramente la cooperazione militare, “l’esercito europeo” tanto esaltato, il riarmo nucleare, il potenziamento degli eserciti e il rifornimento illimitato di F35 e F16 la soluzione del futuro? È ancora possibile, nel XX secolo, salvaguardare una “sicurezza” e una “pace” inesistenti con la “cessione di quote di sovranità” a organismi internazionali?
Fonte: Pressenza