Qualcuno lo chiama benessere – Contro i falsi miti della felicità animale di J. Pierce e M. Bekoff
«Li facciamo faticare e ne sfruttiamo pelle e corpo, ne limitiamo la libertà di azione e poniamo vincoli su come e con chi hanno la facoltà di interagire. Non permettiamo che si scelgano la famiglia né gli amici, decidiamo noi per loro se, quando e con chi dovranno accoppiarsi e crescere la prole, e spesso portiamo via i loro piccoli appena nati. Ne controlliamo i movimenti, i comportamenti, le interazioni sociali, assoggettandoli alle nostre volontà o ai nostri egoistici fini economici.» È così che abbiamo trasformato gli animali in oggetti. Qualcuno lo chiama benessere, ma è tutt’altro.
Il libro, edito da Sonda, mostra i falsi miti della felicità animale. Bekoff e Pierce mettono in evidenza ciò che di più importante apprezzano tutti gli esseri viventi: la libertà, la stessa libertà che gli uomini si tengono stretta e che, invece viene negata agli animali; soprattutto a quelli che soffrono negli allevamenti intensivi, negli zoo, nei circhi, e a quelli coinvolti nella ricerca scientifica. Quindi, si chiedono gli autori, cosa possiamo fare per rendere liberi gli animali che sfruttiamo? Un insieme che non esclude quelli domestici, anzi!