Cinema e documentari

Punto e virgola: un film per reagire al malessere dei giovani di oggi

È partita la raccolta fondi per la nuova avventura cinematografica di Thomas Torelli, per crecare di dare risposte al silenzioso grido di dolore di giovani di oggi

punto e virgola documentario thomas torelli
Un viaggio dentro il malessere psicologico che colpisce giovani e giovanissimi di oggi, che esprimono in modalità che gli adulti non riescono a comprendere, e che resta lì, come un peso sul fondo dell’anima pronto a risalire ed esplodere in qualsiasi momento, ma che spesso rimane semplicemente un urlo di dolore inascoltato.

È il nuovo progetto di documentario del regista Thomas Torelli, di cui Dolce Vita è media partner, per il quale è partita in questi giorni la campagna di crowdfunding. Il progetto prende il nome di “Punto&Virgola; un’altra storia“, perché rappresenta l’idea «di mettere un punto per chiudere un capitolo e una virgola per aprirne un altro. Insieme».

L’URLO DI DOLRE INASCOLTATO DEI GIOVANI

«Era apparentemente un pomeriggio come tutti gli altri», racconta Torelli, «quando a un certo punto mia figlia Isabella mi chiama, e mi mostra sul suo telefono tutta una serie di video in cui c’erano ragazzi che stavano raccontando il loro disagio e la loro sofferenza. E mi redo subito conto di una serie di cose: la prima è che questi ragazzi usano i social non soltanto per cose futili, ma anche per raccontare ciò che provano dentro. La seconda è che se lo raccontino ad uno schermo, è perché magari non riescono a raccontarlo a qualcun altro, ad un adulto, un professore o un genitore. La terza, che è quella che più mi ha ferito, è che mia figlia mii stava mostrando quelle cose perché era un modo indiretto per dirmi che in qualche modo anche lei stava vivendo quelle emozioni. Da lì è iniziato un cammino, per certi aspetti molto doloroso, che dura ancora oggi, e che mi ha fatto riflettere sul fatto che c’è tanta sofferenza tra questi ragazzi, ma soprattutto che nessuno sa bene cosa fare».

«Papa, ma perché c’è tanta sofferenza?» ha chiesto. «E io non sapevo cosa risponderle, perché davvero non lo so. E quindi, per capirci qualcosa, abbiamo iniziato a lavorare a questo film, che cercherà di dare qualche risposta e di raccontare quello che sta accadendo».

UN DISAGIO CONFERMATO DAI DATI

«Il disagio e il dolore degli adolescenti è manifesto. Palese, evidente. Perché lo gridano, lo postano, lo condividono. Scivolano come fantasmi nella depressione, nell’ansia, nell’uso e abuso di sostanze, arrivando a compiere atti autolesionisti e gesti estremi per portare la loro frustrazione alla nostra attenzione e nel tentativo di gestire un grande dolore per come riescono. I dati che testimoniano questa sofferenza psicologica negli adolescenti sono drammatici».

Secondo le stime del progetto, che ha coinvolto più di di 1.700 studenti italiani, il 71% degli adolescenti prova un disagio, mentre solo il 31% dei genitori si accorge dei problemi del proprio figlio. Il 54% ha fatto o ha visto fare uso di sostanze dai loro compagni; il 38% racconta di avere problemi alimentari; il 63% soffre di disturbo del sonno, ma solo il 19% dei genitori ne è consapevole. Secondo lo State of Children in the European Union, nel 2023 circa 931 giovani in Europa sono morti per suicidio: circa 18 vite a settimana. In Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali. Nel 2023, al solo Bambin Gesù Roma si sono registrati 387 ricoveri per tentato suicidio e ideazione suicidiaria. Età media 15 anni.

“PUNTO&VIRGOLA; UN’ALTRA STORIA”, PARTECIPA AL CROWDFUNDING

Gran parte del documentario è già stato girato, mancano le ultime interviste. Resta però da fare tutto il lavoro di post-produzione, distribuzione e sponsorizzazione. Per questo motivo è partita la campagna di raccolta fondi, che è la modalità con la quale il regista ha rivoluzionato il concetto di produzione e distribuzione indipendente in Italia dal 2014, anno in cui è uscito il documentario “Un altro mondo”.

«Come si dice, l’unione fa la forza», sottolinea Torelli a Dolce Vita spiegando che: «produrre un film attraverso migliaia di persone, è diverso che prodursi un film da solo, perché quel film ha già una forza e un’energia diversa. E siccome il problema di questi ragazzi è il sentirsi soli, per dimostrare che noi ci occupiamo di loro attraverso un progetto per capire le loro esigenze, e lo facciamo attraverso tanta gente, è già simbolicamente importante».

«Non stare tanto a pensare a condividere, anche se è importante anche quello, ma fate il vostro, mettete anche soltanto 10 euro, ma metteteli. Perché preferisco 5mila persone che mettono 10 euro, piuttosto che 50 che ne mettono 1000, per dire. Se siamo tanti il messaggio sociale e vibrazionale, è diverso».

La seconda ragione, spiega il regista, «è che mi sento dire spesso che l’adolescenza è sempre una fase critica. Verissimo, per carità. Ma io non ho mai visto niente di simile. La prima causa di morte per gli adolescenti sono gli incidenti stradali, perché vanno in giro o fatti o ubriachi, e la seconda è il suicidio. Stiamo crescendo una generazione di disperati e non si può far finta di niente, perché, oltre che essere i nostri figli, sono le persone che creeranno il nuovo mondo. La responsabilità è anche nostra, ed è fondamentale prenderne coscienza e cercare delle soluzioni».

Vuoi partecipare alla raccolta fondi? Clicca QUI!



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