Gli psichedelici per una sessualità più soddisfacente
Secondo uno studio pubblicato da poco, l'uso di psichedelici potrebbe favorire la sessualità, migliorandone la soddisfazione anche per mesi dopo l'utilizzo
Gli psichedelici possono migliorare la sessualità? È ciò che sostiene un nuovo studio scientifico da poco pubblicato su Scientific Report, che fa parte del network di Nature, e che vede come autore principale Tommaso Barba, giovane ricercatore italiano che sta svolgendo gli studi per il dottorato presso il Center for Psychedelic Research dell’Imperial College di Londra.
È il primo studio scientifico ad esplorare gli effetti delle sostanze psichedeliche sul funzionamento sessuale: anche se rapporti aneddotici e prove qualitative suggerivano che le sostanze potessero essere benefiche, gli autori spiegano che queste potenzialità “non erano mai state formalmente testate”.
GLI PSICHEDELICI PER MIGLIORARE LA SESSUALITÀ
I risultati sono stati ottenuti tramite un sondaggio condotto su 261 partecipanti sia prima che dopo l’assunzione di sostanze psichedeliche. Inoltre i ricercatori hanno effettuato uno studio clinico separato che ha confrontato la psilocibina e un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) comunemente prescritto per il trattamento della depressione.
Questo perché, come fanno notare gli autori, la disfunzione sessuale è un sintomo comune di disturbi di salute mentale, nonché un effetto collaterale comune di alcuni farmaci, come gli SSRI.
“A prima vista, questo tipo di ricerca può sembrare ‘bizzarro'”, ha sottolineato Barba, “ma gli aspetti psicologici della funzione sessuale, incluso il modo in cui pensiamo al nostro corpo, la nostra attrazione per i nostri partner e la nostra capacità di connettersi intimamente alle persone: sono tutti importanti per il benessere psicologico degli adulti sessualmente attivi”. Per poi specificare che: “È importante sottolineare che il nostro lavoro non si concentra su ciò che accade al funzionamento sessuale mentre le persone assumono sostanze psichedeliche, e non stiamo parlando della ‘prestazione sessuale’ percepita, ma indica che potrebbe esserci un impatto positivo duraturo sul funzionamento sessuale dopo la loro esperienza psichedelica, che potrebbe potenzialmente avere un impatto sul benessere psicologico”.
Secondo la dottoressa Bruna Garibaldi, coautrice dello studio, lo scopo era quello di andare oltre le ricerche che si chiedevano se i trattamenti tradizionali per la depressione possano causare disfunzioni sessuali: “Eravamo interessati a scoprire se le sostanze psichedeliche potessero influenzare le esperienze sessuali delle persone in modo positivo, come appariva dalle prove aneddotiche esistenti”.
SESSUALITÀ E SENSO DELLA VITA
Secondo Barba: “I nostri risultati suggeriscono potenziali implicazioni per condizioni che influiscono negativamente sulla salute sessuale, tra cui depressione clinica e ansia. Ciò è particolarmente significativo dato che la disfunzione sessuale, spesso indotta dagli antidepressivi, spesso porta le persone a sospendere questi farmaci e successivamente ad avere una ricaduta”.
Dall’altro lato: “La sessualità è una spinta umana fondamentale. Ad esempio, sappiamo che la disfunzione sessuale è collegata a un minore benessere negli adulti sani, può avere un impatto sulla soddisfazione relazionale ed è persino collegata alla felicità soggettiva e al “significato nella vita”.
IL FUTURO DELLA RICERCA
A fare il punto della situazione è il dottor David Erritzoe, direttore clinico del Centro per la ricerca psichedelica: “Questo studio getta ancora più luce sugli effetti di vasta portata delle sostanze psichedeliche su una serie di funzioni psicologiche. Sebbene i risultati siano davvero interessanti, siamo ancora lontani da una chiara applicazione clinica, perché le sostanze psichedeliche devono ancora essere integrate nel sistema medico. In futuro, potremmo essere in grado di vedere un’applicazione clinica, ma sono necessarie ulteriori ricerche”.
Una panoramica del lavoro è racchiusa nelle conclusioni dello studio, dove viene messo nero su bianco che: “Il presente studio fornisce una prima evidenza preliminare del fatto che l’uso terapeutico, sia naturalistico che controllato, di farmaci psichedelichi potrebbe favorire un miglioramento di diversi aspetti del funzionamento e della soddisfazione sessuale, tra cui il piacere provato, la soddisfazione sessuale, la comunicazione dei desideri sessuali e l’immagine corporea. Inoltre, il presente studio evidenzia specificamente che la terapia con psilocibina per la depressione maggiore potrebbe essere collegata a miglioramenti del funzionamento sessuale. D’altra parte, l’escitalopram – un SSRI comunemente usato – sembra avere un impatto negativo sul funzionamento sessuale, nonostante entrambi i trattamenti inducano riduzioni simili dei sintomi depressivi”.