Psichedelici ed esperienze paranormali
L’assunzione di sostanze stupefacenti in relazione alle pratiche divinatorie è probabilmente una pratica antica quanto l’umanità stessa. E’ ipotizzabile che gli uomini primitivi in cerca di cibo abbiano accidentalmente scoperto che quando assumevano alcuni tipi di piante o di funghi si sentivano “diversi” e iniziavano a “vedere le cose”.
E infatti sappiamo che i peculiari effetti psichici delle sostanze psichedeliche consistono in una radicale modificazione della coscienza, in cui il mondo esterno e lo sperimentatore stesso subiscono una profonda trasformazione che può colmare di gioia ma anche di sgomento. Lo scopo e il contenuto di questo tipo di esperienze è senza fine, ma i tratti caratteristici sono la trascendenza dei concetti verbali, delle dimensioni di spazio-tempo, e dell’ego o identità. Si può postulare che l’assunzione di prodotti naturali dotati di questi poteri straordinari sia stata ben presto organizzata in cerimonie aventi il fine di ampliare le conoscenze degli individui su eventi importanti o per rafforzare la sicurezza di sé prima di prendere decisioni che coinvolgevano l’intera comunità.
Probabilmente, ci si è poi resi conto che alcuni individui erano più adatti di altri ad entrare in tali stati di coscienza alterata, e che quindi l’assunzione di prodotti attivi divenne loro privilegio. Inoltre in alcuni casi la scarsità in natura di una certa pianta che contiene principi attivi contribuì sicuramente a rafforzare sia la fede nelle sue magiche proprietà che il privilegio del suo uso da parte di alcuni membri della comunità. Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, queste sostanze hanno più volte interessato l’ambiente parapsicologico internazionale. E l’eventualità che sotto l’effetto di sostanze psichedeliche si potessero provocare e incrementare dei fenomeni psi era suggestiva e razionale.
Il termine “psi” serve come unificatore di tutti quei fenomeni alla base dei quali opererebbe una forza – ancora sconosciuta – denominata, appunto, “energia psi”. I fenomeni psicognitivi sottintendono l’acquisizione di un’informazione tramite la telepatia, la chiaroveggenza e la precognizione. I fenomeno psi-cinetici, invece, si riferiscono ad un’azione su un oggetto tramite l’uso di energia psichica. Ognuno di questi fenomeni può essere spontaneo o sperimentale, a seconda che avvengano in modo indotto o meno.
Emilio Servadio e Roberto Cavanna furono i primi (1964), in Italia, a progettare e mettere in atto una sperimentazione con LSD (0.5-1.0 microgrammi per kg di peso corporeo) e psilocibina (0.15-0.20 mg per kg di peso corporeo) con 4 soggetti selezionati nell’ipotesi che, durante il particolare stato modificato di coscienza, potessero emergere o essere potenziati fenomeni ESP (o di percezione extra sensoriale). L’acqua di rubinetto fu utilizzata come placebo, e le sostanze furono diluite in modo da renderle insapori e incolori. Per questo progetto di lavoro pilota, furono preferiti dosaggi relativamente bassi, nell’ipotesi di rendere più facile per gli investigatori esaminare i meccanismi coinvolti nella spersonalizzazione. L’obiettivo sperimentale, controllare cioè se gli psichedelici potessero favorire una fenomenologia paranormale, non fu raggiunto, o almeno non in maniera significativa. Tutti i soggetti esaminati verso la fine dello stato allucinativo si sottoposero a test con le carte zener e a “trasmissioni” di immagini e disegni. Alcune prove furono giudicate interessanti. Probabilmente, non solo per lo stato modificato di coscienza, ma anche semplicemente per la situazione psicologicamente così carica di emotività, i soggetti avrebbero potuto cogliere dei risultati egualmente validi.
Più di recente, fra il 1996 e il 1997, esperimenti condotti nei Paesi Bassi avrebbero dimostrato che le persone sotto l’effetto di sostanze psichedeliche sarebbero in grado di trasferire telepaticamente i propri pensieri ad altri soggetti. I parapsicologici credono che gli stati alterati di coscienza siano in grado di facilitare le esperienze paranormali, e a questo scopo hanno ideato un protocollo sperimentale capace di portare facilmente le persone in un simile stato mentale: il Ganzfeld. In un tipico esperimento Ganzfeld il soggetto ha cuffie sulle orecchie e palline da ping-pong sugli occhi. Dalle cuffie esce rumore bianco, inoltre una luce rossa intensa è posta davanti al viso e filtra attraverso le palline da ping-pong. In questo modo si realizza un buon isolamento dalle distrazioni dell’ambiente esterno.
Dopo un certo tempo di stimolazione Ganzfeld si tenta di trasmettere al soggetto una serie di immagini attraverso un canale extrasensoriale (per esempio per via telepatica). Al termine del periodo Ganzfeld si presentano al soggetto ricevente vari stimoli visivi (di solito quattro) e, senza sapere quale stimolo era il bersaglio, gli si chiede di votarli ordinandoli da quello più vicino alle proprie immagini mentali durante il periodo Ganzfeld a quello più lontano. Se il ricevente assegna il voto più alto allo stimolo bersaglio, il risultato è registrato come un successo. Pertanto, se l’esperimento utilizza quattro stimoli (il bersaglio e altri tre stimoli visivi), ci si attende un tasso di successo medio dovuto al caso del 25%.
Il professore dell’università di Utrecht Dick Bierman, assieme allo studioso del paranormale Rens Wezelman, ha voluto indagare il fenomeno sottoponendo alcuni volontari all’azione di cannabis oppure di psilocibina. Nel primo caso la percentuale di successo riscontrata sarebbe stata del 30%, mentre nel caso di soggetti sottoposti all’influenza della psilocibina la percentuale di successo sarebbe salita addirittura al 58%! Anche il medico e parapsicologo americano Andrija Puharich, noto per le sue ricerche nel campo della percezione extrasensoriale, ha effettuato numerosi esperimenti con funghi Amanita Muscaria raccolti nel giardino del suo laboratorio di Glen Cove (Maine). Puharich ha riferito nei suoi scritti che l’Amanita Muscaria (di colore giallo del nord America), aumenterebbe le facoltà percettive solo nei soggetti già psichicamente sensitivi.
Nel corso degli esperimenti, soggetti di intelligenza media sarebbero riusciti a risolvere brillantemente test appositamente preparati e di particolare difficoltà. Le possibilità di soluzione casuale, secondo Puharich, erano praticamente inesistenti. Altri soggetti avrebbero aumentato considerevolmente i limiti delle loro capacità fisiche e altri, infine, avrebbero previsto dettagliatamente fatti avvenuti sei mesi più tardi.
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