Psichedelici per rivoluzionare la psichiatria e curare il mondo
Nel nuovo libro di Piero Cipriano, lo psichiatra traccia storie di pillole tristi e piante magiche a mostrare il potenziale curativo straordinario di quest'ultime
Se torniamo a parlare di Pietro Cipriano, psichiatra anarchico e controcorrente, a poca distanza dalla pubblicazione della sua intervista, è perché è in libreria con un nuovo libro che ribadisce la sua tesi ovvero il potente ruolo della psichedelia nel rivoluzionare la psichiatria.
Il nuovo libro, Vita breve della psichiatria dal manicomio alla psichedelia, esamina infatti la storia della psichiatria, con uno sguardo critico all’evoluzione della disciplina e all’introduzione dei farmaci psichiatrici.
Una storia che inizia con Philippe Pinel, che apre il manicomio fisico, e si conclude con Franco Basaglia, che lo chiude definitivamente, favorendo il ritorno dei pazienti nella società. Basaglia comprende che non basta cambiare gli attori coinvolti nel manicomio, ma occorre trasformare l’intera società per accogliere i diversi stati di coscienza.
Negli anni Sessanta, si svilupparono movimenti culturali e opere letterarie che criticavano la psichiatria istituzionale, come Storia della follia di Foucault e Asylums di Goffman. Basaglia, nel decennio successivo, combattè per la chiusura dei manicomi e per il diritto alle cure nella società civile, ottenendo la Legge 180 del 1978, che chiuse definitivamente i manicomi.
Tuttavia, il manicomio fisico venne sostituito dal “manicomio chimico,” in cui si somministrano psicofarmaci ai pazienti, basandosi sul Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. La psichiatria chimica ha avuto un successo commerciale notevole, ma ha anche allargato il bacino di pazienti etichettati come malati mentali, spesso con conseguenze controverse.
Parallelamente, la psichedelia occidentale ha avuto una sua storia, con diverse fasi: gli psichedelici sono stati considerati potenziali strumenti terapeutici per trattare diverse condizioni, ma anche vietati e bollati come pericolosi.
Cipriano ritiene che la psichedelia potrebbe rappresentare una rivoluzione nella psichiatria, se impiegata per l’espansione della coscienza e la cura di sé. Tuttavia, la psichiatria potrebbe resistere alla sua introduzione, relegandola alla clandestinità.
Nel caso in cui invece la psichedelia riesca a compiere la sua «rivoluzione scientifica e sgomini la psichiatria» indirizzando verso l’espansione della coscienza, anziché la sua restrizione, operando per il dissolvimento dell’ego, sostiene Cipriano, «non ci saranno più psichiatri distributori di pillole che impasticcano le persone con farmaci che loro non hanno assunto, fidandosi dei bugiardini delle case farmaceutiche; il nuovo terapeuta sarà più simile allo sciamano che non a Freud o a qualunque dei duecentomila psichiatri di oggi».