Protesi 3D low cost prodotte da nuova startup italiana
Un gruppo di giovani italiani vince il FunkyPrize 2015, con Open Biomedical Initiative, una community di volontari (ingegneri, biotecnologi, medici, maker) che tramite una piattaforma online ha ideato un sistema opensource per realizzare tecnologie biomedicali a basso costo.
«Non nasciamo per cambiare la biomedica, che esiste e funziona bene, vogliamo portarla al servizio del mondo, a sei miliardi di persone» spiega Bruno Lenzi il giovane ingegnere fondatore del progetto.
Le protesi biomediche tradizionali, ad esempio, hanno costi elevatissimi che si calcola siano inaccessibili per 2 miliardi e mezzo di persone nei paesi emergenti e per 100 milioni nei paesi industrializzati.
L’approccio opensource della OBM prevede che ogni aspetto della costruzione dei componenti biomedicali sia condiviso online quindi migliorabile da chiunque e ovunque, e che le protesi possano essere realizzabili con stampanti 3D anche in luoghi difficilmente raggiungibili.
Spiega Bruno Lenzi «Sappiamo di produrre dei prodotti che non sono al pari di quelli che costano 10 volte di più», c’è chi può permettersi la protesi da decine di migliaia di euro e c’è chi non può permettersela, la differenza è poter dare questa scelta. Una protesi tecnicamente inferiore, certamente, ma funzionale e soprattutto accessibile. Vogliamo dare gratuitamente un servizio a tutte quelle persone che non possono permettersi alcuna tecnologia»