Proposta di legge anti-rave: limitare la libertà sta diventando un’abitudine
Dopo il folle accanimento mediatico che ha distorto il Teknival tenutosi in quel di Viterbo lo scorso agosto, in Italia si torna a parlare dei free party per via del disegno di legge presentato dalla Lega.
Sebbene il testo non sia ancora disponibile sul sito del Senato, il provvedimento sembra rientrare tra i tanti che in nome della salute cercano di annegare ogni dissenso. “Il Tempo” scrive che l’obiettivo del DDL è prevenire i raduni clandestini, istituendo “pene per chi invade terreni o edifici altrui, possibilità di arresto immediato, confische obbligatorie[…] risarcimenti per i proprietari che subiscono l’invasione, sospensione della patente per chi guida verso i raduni trasportando strumenti e materiale[…].” Il provvedimento viene definito “necessario” e “urgente”, ma è solo un’emergenza inventata.
Pur volendo sorvolare sul fatto che, ignorando i fallimenti del proibizionismo e tutti i suoi innumerevoli danni, la punizione viene ancora considerata un deterrente con qualche probabilità di successo, non è possibile non far partire qualsivoglia riflessione e/o opinione da un fatto: perseguire i free party in quanto tali e non gli eventuali reati che potrebbero essere commessi in occasione dei raduni sarebbe un precedente clamoroso di legiferazione a partire da fake news, quelle che hanno creato il caso intorno al rave di Valentano.
Ciò premesso, il rischio di un simile provvedimento sta in quello che vuole indurci a credere; sta nelle paure che alimenta. In discussione non c’è solo la possibilità individuale di ballare dove, quando, con chi e soprattutto come ci pare e piace; o la scelta degli organizzatori di far ballare la gente per passione, gratuitamente, alla faccia del capitalismo. Sul tavolo c’è una faccenda molto più grande sulla quale dovremmo riflettere attentamente e cioè che abbandonare una fetta di libertà dopo l’altra non servirà a farci sentire più sicuri.
D’altronde però è proprio questa la direzione verso la quale stiamo correndo. Cosa dovrebbe accadere per spingerci a rallentare? Sarebbe opportuno fermarsi, prima di sbattere violentemente la fronte contro il fondo della caverna e realizzare che quelle erano solo ombre.
Ascoltare i racconti di chi ha respirato l’atmosfera magica del Bordel23 a Tavolaia in provincia di Pisa e pensare alle migliaia di persone “sottocassa” allo Space Travel nel viterbese potrebbe invece aiutare a ritrovare fiducia. Esistono ancora anime in viaggio là fuori che non si piegano né si piegheranno a vili ricatti e assurde minacce. Anime che credono ancora in un mondo diverso, dove esistono condivisione, vicinanza e umanità. Viverlo è una scelta individuale come rivendicarne il diritto.
a cura di Elisa Barzaghi