Produzione di cannabis medica: pubblicato il bando per i privati
Il Ministero della Difesa ha pubblicato l’atteso bando che però sembra essere troppo restrittivo
Si ventilava l’ipotesi già dal 2018, adesso è realtà, ma è meglio non farsi troppe illusioni: nel bando pubblicato lunedì u.s. dal Ministero della Difesa si evidenziano già da subito varie criticità per gli eventuali nuovi candidati del settore.
Il documento pubblico per manifestare il proprio interesse che è stato pubblicato lunedì, dal titolo: “Manifestazione interesse selezione operatori economici da invitare a procedura ristretta per affidamento del servizio di coltivazione di piante di cannabis […] per fabbricazione medicinali e materie prime farmaceutiche […]”, risulta infatti estremamente restrittivo sotto diversi profili, pur nell’apparente tentativo di dare finalmente una risposta all’annosa questione della produzione gravemente insufficiente di cannabis per uso medico che viene fatta in Italia in regime di monopolio statale.
Ammonta infatti a soli 100-150 kg la produzione annuale totale di cannabis terapeutica ad opera di quello che era finora l’unico produttore autorizzato: lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), a fronte di una richiesta che si stima in ormai 3 tonnellate, da parte di migliaia in tutto il territorio nazionale.
BANDO PER LA PRODUZIONE DI CANNABIS: UNA PROCEDURA ECCESSIVAMENTE RISTRETTA
La pratica burocratica per manifestare il proprio interesse, già definita dal Ministero stesso “procedura ristretta”, appare però eccessivamente ristretta e limitante sotto diversi aspetti, in particolare per eventuali nuovi operatori della piccola e media impresa italiana. Questi, a nostro modo di vedere, ci appaiono essere le principali criticità, così come indicate anche dal sito Cannabis Terapeutica:
- il limite temporale di poco più di due mesi per sottoscrivere il bando: la data di scadenza è infatti quella del 27 giugno 2022 (a titolo esemplificativo, un bando di simile portata pubblicato in Germania, diede 2 anni di tempo alle aziende per potersi organizzare);
- l’operatore che volesse partecipare alla manifestazione d’interesse, deve già avere, oltre ad un impianto per la coltivazione indoor, anche il personale necessario a svolgere tutte le operazioni;
- si richiede l’uso di lampade al sodio, anziché lampade a LED, nonostante le seconde permetterebbero un enorme risparmio di energia, specie in epoca di crisi energetica e prezzi in crescita esponenziale;
- viene richiesta una capacità produttiva di 500 kg l’anno (si pensi che in quasi 6 anni di produzione, quella dello SCFM di Firenze è ferma ad un quantitativo che oscilla tra i 100 e i 150 kg l’anno);
Ad ogni modo viene sottolineato che la selezione avverrà in 4 fasi: 1) selezione qualitativa dei candidati; 2) ispezione tecnica e giudizio d’idoneità; 3) conferma della manifestazione d’interesse e trasmissione inviti alla procedura ristretta; e infine: 4) avvio della sperimentazione con valutazione finale e giudizio di idoneità degli Operatori Economici. E che, a partire dalla seconda fase, la procedura andrà avanti anche con un solo candidato valido.
Articolo a cura di Veronica Tarozzi