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Preti, suore ed errori diabolici

Preti, suore ed errori diabolici

In Italia – paese di papi e di “timorati di Dio” – accade con una certa frequenza che preti, suore o devoti cattolici rimangono vittime di un errore di identificazione di funghi, e invece di mangiare funghi eduli mangiano l’Amanita muscaria. Ciò che appare statisticamente strano è che questi religiosi non confondono i funghi eduli con l’Amanita phalloides o altri funghi velenosi – come fanno tutti gli altri bravi intossicati da funghi -, bensì con un fungo allucinogeno!

Stando alle mie polverose ricerche di biblioteca, questo errore diabolico sembra presentarsi da almeno tre secoli. Ad esempio, nell’ottobre del 1789 sette donne stanno trascorrendo un periodo di ritiro spirituale presso un convento nella città di Verona. La suora cuoca prepara un piatto povero a base di umili funghi dei boschi, adatto alla dimensione meditativa del ritiro spirituale. Un errore di identificazione, un errore banale ma dalle profonde valenze storiche, trasforma il pranzo di mezzodì in una comunione collettiva a base di Amanita muscaria. Dopo un paio d’ore, quando già tutte ritiratesi nel silenzio meditativo delle proprie celle di clausura, da una di queste fuoriesce una fragorosa risata che rimbomba per tutto il convento. Questa fa innescare scoppi di risa in una cella attigua, e mentre le prime due donne si cimentano in un irrefrenabile duetto di risate, da una terza cella ne fuoriesce un’altra seminuda che si mette a correre “qua e là baccante per il chiostro e con ampi sorrisi salutava le suore che la rincorrevano per tutto il convento”. Un’altra donna è in ginocchio davanti a una statua di Sant’Antonio e con le mani congiunte domanda di confessarsi. E’ il caos nel convento, un correre ovunque per fermare le “indemoniate” che durerà fino a tarda sera, sotto il rimbombo delle incessanti risa che fuoriescono da un paio di celle di donne che non ci pensano nemmeno ad aprire dall’interno il pesante chiavistello delle loro porte, troppo concentrate nel botta/risposta delle loro risate. Pochi anni dopo, nel 1795, gli effetti dell’Amanita muscaria si fanno sentire in un convento di Pavia, dove alcuni frati, in seguito alla solita scorpacciata di funghi ritenuti eduli, “ebbero turbamenti nel sistema nervoso, manifestando bizzarri comportamenti libidinosi”.

Un paio d’anni prima un certo abate Giardini era stato vittima nella medesima città del famigerato errore di identificazione, l’errore diabolico – in quanto ritenuta opera del demonio. Nel rapporto del frate superiore, scritto nel 1793, è riportato: “L’abate Giardini passeggiava per la chiesa assorto in una specie d’estasi, affermava di sentirsi ‘tutto spirito’, era sbigottito, mille immagini gli occupavano la mente”. Ma non sembra che questo frate si sia fatto imbrogliare più di tanto e, riconosciute da bravo professionista le visioni a cui era soggetto come opera del demonio, uscì dalla chiesa e si ficcò due dita in gola per procurarsi il vomito.

Non sapere che i funghi che si stanno mangiando sono allucinogeni può portare a interpretazioni deliranti di ciò che si prova nella mente, ma può anche innescare esperienze estatiche e mistiche molto profonde – specie fra i credenti religiosi –, che più raramente possono accadere fra i consumatori intenzionali di questi funghi. E’ come se la “conoscenza” dei funghi allucinogeni limitasse le potenzialità più propriamente enteogeniche (“rivelatrici della divinità”) dei funghi.

In alcuni culti religiosi enteogenici del passato la conoscenza del “fattore enteogeno” era mantenuta celata ai fedeli e segretamente tramandata dalla casta prelatizia. Secondo alcuni studiosi ciò si sarebbe verificato nei Misteri Eleusini dell’antica Grecia, dove il “Segreto dei Segreti”, cioè la reale composizione della bevanda sacramentale del ciceone, era rigidamente controllato da alcuni lignaggi familiari patrizi. Oltre a ovvi motivi di potere, gli ierofanti (preti) eleusini forse ritenevano che se avessero reso di pubblico dominio la realtà di una droga psicoattiva come fattore scatenante le visioni beatifiche dei partecipanti, queste avrebbero perso in potenza e “purezza”. E’ probabile che la parte più intima del concetto di profanazione degli antichi culti misterici riguardava proprio il far sapere o il non far sapere a un iniziato che le sue esperienze erano frutto dell’assunzione di un enteogeno.

Tornando alle esperienze accidentali con Amanita muscaria, riporto un caso dalle statistiche di 50 anni fa. Nel 1956 un’intera famiglia di sette persone rimase intossicata in seguito a una cena collettiva a base di errore diabolico. Finirono tutti al pronto soccorso fra risate irrefrenabili e conati di vomito. In breve tempo si ristabilirono e furono dimessi, ad eccezione di una donna che manifestava ancora profondi segni di “instabilità psichica” e che fu quindi ricoverata nella clinica psichiatrica di Roma. La donna rimase per un paio di giorni “in stato confusionale”, come riportano i medici che seguirono il caso. Ma leggendo con attenzione il resoconto si intuisce che lo “stato confusionale” è un’etichetta riduttiva per una potente esperienza mistica. La donna camminava lungo la corsia a mani congiunte e occhi rivolti verso l’alto, affermava di vedere la Madonna, che le diceva di averla guarita da un cancro allo stomaco, sentiva una voce celestiale e percepiva un profumo di rose che accompagnavano la visione di Santa Rosa.
La donna non aveva mangiato più funghi degli altri familiari, ma era – unica in tutta la famiglia – cattolica molto devota, una “timorata di Dio”. Vedere la Madonna, sentire voci celestiali e un profumo di rose sono tre elementi caratteristici delle grandi esperienze mistiche cattoliche. Del resto, l’allucinazione di vedere la Madonna è un concetto superficiale ed estraneo all’esperienza di colui che la sta “vedendo” con tutto l’impatto emotivo che l’accompagna: si tratta più propriamente di un’apparizione.

Spesso l’elemento disturbante di queste esperienze è la loro medicalizzazione. In un caso simile di errore diabolico, registrato alcuni anni fa a Milano, il paziente, in evidente stato di estasi e di grazia, diceva ripetutamente ai medici che incontrava nella corsia dell’ospedale presso cui era stato ricoverato: “E’ il più bel giorno della mia vita”. E’ assai probabile che, nonostante la situazione sfavorevole in cui si trovava – in un ospedale – quello fosse veramente per lui il più bel giorno della sua vita.

La frequenza con cui le esperienze entoegene fungine – così radicate nell’inconscio collettivo occidentale e così ancestralmente associate alle esperienze religiose – si presentano negli ambienti mentali di religiosi e devoti cattolici italiani, è strana e dà da pensare.

Un’altra categoria professionale particolarmente colpita dagli effetti non ricercati delle Amanite psicoattive parrebbe essere quella dei militari. Potrebbe nuovamente non essere una semplice casualità, se si considera l’uso storico di questi funghi come droga da guerra, come nel caso dei Vichinghi berserk.

Gli Annali Militari italiani degli ultimi due secoli riportano non pochi casi di soldati semplici che trattano con offensiva ilarità i superiori e che per questo vengono puniti dal codice militare, ma in seguito assolti poiché dichiarati “incapaci di intendere e di volere” per essere stati vittime dell’errore diabolico, cioè di un’intossicazione accidentale con Amanita muscaria.
Sembra che negli eserciti tedeschi e dell’Europa settentrionale ciò si verifichi con maggior frequenza, aumentando considerevolmente in tempo di guerra. Cito come esempio un caso italiano verificatosi recentemente in una caserma alpina e riportato nella rivista Pagine di Micologia (vol. 17, 2002, p. 184). Nel corso di un’esercitazione nel bosco, un sottotenente si imbatte in un ciuffo di muscaria che confonde con Amanita caesarea. Le raccoglie e ne prepara un piatto che offre per cena agli ufficiali superiori. Un sergente maggiore, che ne aveva mangiato in quantità, fu ritrovato allo spaccio che urlava agitato “Fatemi uscire!” e ripetutamente cercava di uscire da una porta immaginaria e si scontrava contro il muro.

Letture consigliate: www.psicoattivo.it



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