Hi-Tech e web

Povera Italia.it… e Magic Italy, storia infinita di uno scandalo all’italiana

magicitalyNel “lontano” 2004 il governo in carica decise di iniziare un’avventura all’italiana, cimentandosi nella creazione di un sito internet che rappresentasse il nostro bel Paese e che avrebbe dovuto sostenere e promuovere il turismo in Italia. Bene, dirà qualcuno. Male, diciamo noi. Si, perché questo progetto rientra nell’infinita serie di opere pubbliche ad altissimo assorbimento fondi – soldi nostri, degli Italiani!! – e la cosa preoccupante è che proprio non è ancora finita. Cercherò di analizzare la situazione per gradi, senza tediarvi con dettagli burocratici in cui si perderebbe anche un esperto burocrate. Dopo uno stanziamento di fondi inizialmente previsto intorno ai 140 milioni di euro, la cifra si è assestata intorno ai 45 milioni… Ora, per chi non ha dimestichezza con la realizzazione di un sito internet, a livello privato, ovvero un’azienda o una qualsiasi associazione che ha intenzione di aprire un portale web, e non è in condizioni di crearselo “in casa”, le cifre possono variare. Si parte da una base di circa 2000 euro (si, duemila!) per arrivare anche a 10/15000 euro in caso di strutture altamente complesse, supportate da basi dati e altri contenuti e servizi accessori, quali servizi di interconnessione turistica nel nostro caso e prenotazione.

Un altro fattore che incide sensibilmente sul costo è la veste grafica, che può essere statica o dinamica mediante l’utilizzo dei conosciuti strumenti Flash e Shockwave di Macromedia, per fare un esempio. Il costo poi non è costituito solamente dal sito in sé, ma anche da tutta una serie di attività correlate, quali il lavoro di reperimento informazioni, contatti, accordi e contratti con parti esterne (in questo caso i vari enti turistici e aziende del settore) che giustamente impiega tempo e risorse per la sua realizzazione, senza dimenticare la successiva manutenzione, gli aggiornamenti e le ristrutturazioni e il costo di mantenimento annuale del dominio.

Se avete conoscenze nel mondo informatico e direttamente con chi i siti li realizza, non vi potrà essere che una conferma, che eventualmente si discosta di poco in termini di cifre, di quanto leggete in queste righe. Ovviamente, trattandosi in questo caso di un’operazione a livello nazionale, la complessità del progetto e l’alto numero di soggetti coinvolti, sarebbe comprensibile un aumento dei costi rispetto a quanto citato fino ad ora, anche se non esagerato come questi governanti ci hanno propinato.

Tornando agli sviluppi del sito www.italia.it, presentato in un orrendo video da Francesco Rutelli e dal suo inglese che definire maccheronico è eufemistico, è rimasto online per pochissimo tempo, scomparendo poi di fatto dalla navigazione e dalla ricerca. Questo che doveva essere il simbolo dell’Italia nel mondo, si è rivelato un buco nell’acqua, scomparso nei meandri del web e, come vedremo in seguito riciclato. Ricercando informazioni per scrivere questo articolo, mi sono imbattuto in diversi siti internet sull’argomento turismo in Italia, siti ben fatti e con servizi professionali, e i migliori il più delle volte erano stranieri… non ci vogliono davvero enormi sforzi per realizzare bene un sito.

Il fatto però che il sito sia scomparso non significa che la storia sia conclusa. E’ recente infatti la notizia che il famigerato e costosissimo sito internet avrà nuova vita, sotto le vesti di “Magic Italy”, per cui sono stati stanziati altri 5 milioni di euro; il logo, di chiara connotazione commerciale, è stato abbondantemente rifiutato dalla rete, che ha rinnovato il parere negativo su tutta la vicenda e bocciato la questione su parecchi blog d’informazione e forum di discussione. Il problema non è tanto la ripresa di questa attività, ma è il comportamento di una classe che governa che tende a lavorare come il famoso “ufficio complicazioni affari semplici”, perché in gioco ci sono solo i soldi degli italiani, che di fatto non possono vigilare sull’operato, come si farebbe in un’azienda privata. La cosa triste è che questa non è l’unica opera incompiuta, ma quella più famosa su internet, perché riguarda un sito, e perché solo tramite questo media si riescono a trovare informazioni a riguardo, informazioni complete di cronostoria, nomi e società coinvolte… Tutte informazioni che i media tradizionali non riportano, se non in maniera distorta, e cosa ancora più triste, non si riescono nemmeno ad avere risposte dagli organi competenti, almeno questo è quanto successo a chi ci ha provato. Seguiremo gli sviluppi della vicenda, intanto continuiamo a sperare e a pagare… Intanto, se avete intenzione di attivare un sito internet, non pagate prezzi sopra i duemila euro!

Maurizio Birocchi




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