Portogallo: abbiamo permesso la droga e il consumo è diminuito
Quando alla fine degli anni ottanta la droga irrompe nella società portoghese, il medico Joao Goulao comincia a occuparsi di tossicodipendenza. Segue un corso pratico nella capitale e poi apre uno centro d’assistenza ad Algarve. Dal 1987, e per due decenni, lavora alla prevenzione, al trattamento e al reinserimento dei drogati. Oggi coordina la lotta antidroga del suo Paese, presiede Instituto de Droga y Toxicomania (IDT), e da un mese l’Ue-27 l’ha eletto presidente dell’Osservatorio Europeo per le Droghe e le Tossicodipendenze (OEDT) che ha sede a Lisbona.
“E’ una vittoria simbolica”, dice. “Credo che la mia elezione all’OEDT si debba alla ripercussione e alla visibilità della politica portoghese in materia di droghe”. Una politica, il cui maggior esponente è la legge del luglio 2001 che depenalizza l’acquisto, il possesso e il consumo di tutte le droghe senza eccezioni, eroina e cocaina incluse. Una legge che non ha paragoni al mondo. All’epoca, gli ambienti più conservatori pronosticavano niente meno che l’apocalisse. “Arriveranno aerei zeppi di studenti per fumare marijuana, sapendo che non andranno in prigione. Gli promettiamo sole, spiaggia e la droga che desiderano”, diceva il deputato di destra Paulo Portas. Nessuna delle terribili previsioni si è verificata. Tutt’altro, il consumo delle droghe è diminuito, “soprattutto tra i più giovani”.
Glenn Greenwald, uno dei 25 costituzionalisti liberali più influenti degli Usa, il Cato Insitute (Washington DC) e giornali come The Economist hanno plaudito all’esperienza portoghese. E il padre di questa creatura altri non è che Joao Goulao. “I nostri risultati vengono analizzati in altri Paesi. Argentina, Messico e R. Ceca hanno preso spunto dalla nostra linea”. La sua audacia nel difendere la depenalizzazione delle droghe non contempla la legalizzazione. “Non immagino uno scenario di consenso internazionale che permetta di ottenere quest’obiettivo”.
fonte: Notiziario Aduc