Polonia in formato famiglia
Capitale: Varsavia
Moneta: Zloty polacco
Clima: Continentale – temperato
Popolazione: Oltre 38 milioni di abitanti
Specialità gastronomiche: Zuppa di barszcz, zurek (altra zuppa), bigos di carne, i ravioloni pierogi e gli involtini golabki.
Cannabis: Illegale
Nel 2010 mio padre andò in pensione e decise di comprare un camper di seconda mano. Dopo averlo sistemato e ripulito da uno spesso strato di peli del cane dei vecchi proprietari, ci diede l’annuncio tanto temuto: saremmo partiti con tutta la famiglia per un viaggio, destinazione: Polonia.
Non saprei esattamente dire per quale motivo abbia deciso proprio la Polonia ma credo che sui forum per camperisti dell’epoca il “Cristo delle nazioni” – così il mio professore di storia contemporanea definì la Polonia una volta – andasse molto forte.
Ad ogni modo, in una calda mattina di fine luglio lasciammo l’Italia in direzione dei valichi svizzeri e dopo quasi 20 ore di viaggio con alcune soste in Germania arrivammo alla prima tappa del tour, la città polacca di Danzica, nell’estremo nord del Paese. L’idea di mio padre era quella di attraversare il paese da nord a sud per poi ridiscendere con meno chilometri da fare verso l’Italia.
Danzica fu una sorpresa. Mi aspettavo un posto grigio e un po’ triste affacciato sul Mar Baltico e invece mi sono trovato in una specie di Amsterdam piena di colori e antichi edifici. Imponente la Basilica di Santa Maria, una chiesa in stile tardo gotico completamente costruita in mattoni. Molto belli anche il municipio della città ed il Mercato lungo. Incredibilmente anche il cibo era ottimo: il bigos di carne, una specie di stufato si accompagna meravigliosamente con la birra di cui si trovano diverse marche locali dai nomi impronunciabili. La Polonia partiva bene, la vita in camper invece un po’ meno. Un problema con lo scarico ci impediva di usare regolarmente il bagno e quindi di tanto in tanto ci toccava “squottare” nei bagni dei bar. La tappa successiva fu il castello di Marienburg, costruito nel tredicesimo secolo. L’edificio è davvero imponente e serve quasi tutta una giornata per esplorarlo. Si dice che le prime fortificazioni sorte da queste parti avvennero per ordine dei Cavalieri Teutonici e forse non è un caso che i nazisti organizzarono qui uno dei loro centri più importanti della Gioventù Hitleriana. Questa storia del legame tra i nazi e l’ordine teutonico colpì molto mia madre che nei giorni successivi volle sapere di più sull’Ordine dei Cavalieri Teutonici. Sprovvisti di materiale storico adeguato una sera in un internet caffè a Varsavia capitò su un sito complottista e per giorni fu convinta che la trama di Assasin’s Creed fosse roba vera.
Nel frattempo raggiungemmo la zona dei grandi laghi polacchi, un’area molto estesa di parchi naturali dove effettuare escursioni e trekking. Il distretto è ampio quasi 50mila chilometri quadrati e si trova ad est della Vistola, il più importante fiume Polacco. Qui la cosa migliore è piazzarsi in un campeggio che metta a disposizione kayak o piccole imbarcazioni per esplorare la zona; alternativamente si può noleggiare una barca per 4/5 persone e fare una piccola crociera sul lago ma attenzione ai costi che possono lievitare durante il periodo estivo.
Lasciti i grandi laghi della Mansura la tappa successiva fu Varsavia, la capitale del Paese. Lungo la strada mio padre ebbe la malaugurata idea di comprare delle musicassette (eh sì) di una specie di folk-pop locale, ho ancora gli incubi al riguardo.
Per visitare Varsavia decidemmo di parcheggiare il camper che nel frattempo mia madre aveva ribattezzato “Fruttolo”, a causa dell’odore che proveniva dal frigo simile al terribile prodotto caseario. Fuori città trovammo un piccolo campeggio popolato di giovani tedeschi e qualche ungherese. Il proprietario era uno zingaro sovrappeso di cui mio padre non si fidava e ci costringeva a portarci dietro tutti beni di qualche valore.
Ad ogni modo la visita di Varsavia valse tutti gli sbattimenti. La città, un misto di grattacieli, palazzoni sovietici e antichità medioevali si adagia sulle azzurre acque delle Vistola. È il centro politico, culturale ed economico del Paese con una vitalità da fare invidia alle grandi capitali dell’Europa occidentale e con dei prezzi assolutamente abbordabili. La città può essere visitata partendo dalla zona centrale più antica, la Città Vecchia. Qui in un misto di strade e vie che si accalcano sulla piazza della Città Vecchia si possono ammirare edifici gotici, rinascimentali e barocchi, tutti molto ben conservati. Sul lato nord della piazza c’è il Museo Storico di Varsavia, un ottimo punto da cui partire per studiare la storia della città. Più avanti troviamo la Pizza del Castello dove si affaccia la Cattedrale di San Giovanni, splendido esempio del gotico della scuola tedesca. La piazza è chiamata così perché si affaccia sul Castello Reale uno dei più bei castelli europei. Iniziato nel tredicesimo secolo, raggiunse il suo massimo splendore nel Settecento, quando divenne uno dei più bei esempi di barocco tedesco. Fu residenza degli zar e quando la Polonia ottenne l’indipendenza divenne la residenza del presidente. Tra i posti migliori dove mangiare c’è il Portretowa che offre cucina tipica polacca, quindi molta carne, tra cui anche cacciagione e interessanti proposte come la birra calda. Su pub e locali si va forte, da quelli classici nella città vecchia a quelli molto cool nella città nuova, come l’Hoza.
Lasciato il campeggio del gitano abbiamo proseguito verso sud alla volta di Cracovia, l’antica capitale polacca per più di cinquecento anni. Tesoro di gioielli del periodo gotico e del rinascimento, la città sorge intorno al Castello di Wawel che possiamo considerare come il simbolo del paese. Fino al 1700 infatti il Castello di Wawel era la residenza di re e principi polacchi. Iniziato intorno al 1100 venne terminato solo trecento anni dopo con l’aiuto di architetti italiani. Il castello mescola uno stile tardo gotico con quello rinascimentale che si vede nella maestosa Sala Reale, dove avvenivano gli incontri diplomatici più importanti. Stupendi anche gli appartamenti reali dove si svolgeva la vita privata dei nobili polacchi. Un altro luogo assolutamente da visitare è il Museo della Farmacia, dove si può scoprire alcuni degli intrugli più strani che venivano utilizzati anticamente come medicine. Infine, non meno importante, il Museo di Copernico dove si possono vedere alcuni dei manoscritti originali e i modellini in legno che utilizzò il grande scienziato per sviluppare la teoria che rivoluzionò la concezione scientifica, filosofica e religiosa del mondo.
Lasciata Cracovia ci siamo diretti verso le miniere di sale di Wieliczka, un posto davvero incredibile: costruite su quattro livelli permettevano l’estrazione del sale per il regno di Polonia. Da qui abbiamo proseguito ancora verso sud per qualche giorno di riposo al Parco Nazionale di Tatra per poi riprendere la marcia verso casa. Arrivati in Svizzera mio padre ebbe la bella idea di fare benzina al self-service e pensando che il colore delle pompe sia universale fece un bel pieno di benzina anziché diesel: al povero Fruttolo tutto questo non piacque e dopo un centinaio di chilometri si fermò. È stata l’ultima volta che l’ho visto.
a cura di Mattia Coletto
Viaggiatore appassionato nasce nel secolo sbagliato.
Avrebbe voluto fare l’esploratore.