Politiche sulle droghe, le 7 richieste delle associazioni alla politica in vista delle elezioni
Da Antigone, alla Associazione Coscioni, dalla Lega Italiana per la lotta contro l’Aids alla Cgil, passando per Comunità Abele, Coordinamento delle comunità di accoglienza e coop sociali. Un mondo variegato che si è ritrovato sulle stesse posizioni per proporre “7 punti per una nuova politica sulle droghe” alle forze politiche in vista della formazione del prossimo governo.
Il documento, che è stato presentato ieri al Senato, riprende le richieste e le proposte elaborate e condivise già con il Manifesto Genova nel 2014 a poi con la Carta di Milano del 2015. Questo pone a chi si candida a governare l’Italia sette punti sui quali è necessario intervenire con urgenza per offrire al paese politiche sulle droghe adeguate alla società in cui viviamo, frutto di dialogo con la società civile e che garantiscano ai servizi le risorse necessarie per essere applicate.
Il testo non si occupa solo di cannabis, spesso l’unica sostanza al centro del dibattito politico, ma chiede un deciso cambio di passo per risolvere i problemi legati ai consumi di droghe pesanti, alle malattie trasmissibili e al rilancio dei servizi territoriali. Quello che si chiede inoltre al prossimo governo è trovare una posizione univoca, coraggiosa e possibilmente concordata con le associazioni in vista del vertice Onu sulle droghe che si terrà a Vienna nel 2019.
Il testo chiede la completa revisione del Testo unico sulle droghe. Le persone che usano sostanze devono essere liberate tanto dal rischio di criminalizzazione penale e amministrativa quanto da quello di stigmatizzazione. Completa depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi di sostanze destinati all’uso personale, anche di gruppo, ivi compresa la coltivazione domestica di alcune piante di cannabis destinata al consumo personale anche in forma di Cannabis Social Club.
Si chiedono inoltre misure per contrastare le morti per consumo di eroina, a partire dall’approvazione anche in Italia di una legge “del buon samaritano” che tuteli da possibili azioni penali chi avverte i soccorsi nel caso di emergenze sanitarie legate alle droghe. E, soprattutto, si chiede al prossimo governo di ricominciare a parlare con le associazioni per pianificare interventi razionali, non basati sulla sola repressione, ma sulla riduzione del danno e sull’attuazione di politiche coraggiose. Il documento completo approvato dalle associazioni è consultabile a questo link.