Poco “panem” ma tanto “circenses”
Chiunque intenda gestire il potere a proprio unico vantaggio, necessita di un popolo con la pancia piena ed il cervello distratto da una qualche forma d’intrattenimento. Solamente grazie a queste prerogative l’individuo risulterà sufficientemente malleabile e serenamente disposto ad accettare con quiescenza qualsiasi direttiva s’intenda imporgli.
Grazie alle scelte devastanti, compiute da chi gestisce il potere negli ultimi decenni, in Italia, come nella maggior parte dei paesi occidentali, le pance dei cittadini risultano essere ogni giorno più vuote, ragione per cui sembrano rimaste solamente le occasioni d’intrattenimento, qualora si voglia incrementare la disponibilità della popolazione a lasciarsi gestire.
Fortunatamente anche se manca il “panem” continua comunque ad abbondare il “circenses” e se i soldini per andare al cinema o al teatro risultano essere sempre meno, tutti in fondo hanno in casa almeno una TV e quale occasione potrebbe essere migliore dei mondiali di calcio, per entusiasmare i cervelli e distrarre l’attenzione delle masse?
Per molti versi i Mondiali di calcio in terra brasiliana arrivano dunque a fagiolo, in un momento di cupa depressione economica, con la guerra (in Ucraina) alle porte di casa nostra e con le famiglie che arrancano sempre più, alla ricerca di quei mezzi di sostentamento diventati inarrivabili. Se non avete “panem”, provate a fare indigestione di “circenses” ed il gioco è fatto, potrebbe recitare lo slogan di chi ci vorrebbe tutti quanti con la testa nel pallone.
I mondiali in Brasile non sono certo peggiori di quelli che li hanno preceduti o di quelli che li seguiranno, né il Brasile è uno stato “canaglia” così come lo vorrebbero dipingere quei poteri forti che per interesse personale ne contestano le scelte di campo in materia economica. Tutti i grandi eventi sportivi (Mondiali ed Olimpiadi in primis) all’interno del mondo globalizzato, rappresentano in primo luogo una ghiotta occasione di speculazione edilizia e finanziaria, camuffata fra le righe della manifestazione sportiva. Si dispensano insomma tonnellate di cemento, senza rispetto alcuno per gli equilibri ambientali, addebitando il costo stratosferico della cementificazione proprio ai cittadini. E poi si regalano agli stessi cittadini (in questo caso a quelli di tutto il mondo) altre tonnellate di sogni liofilizzati, lasciati albergare fra le pieghe di una punizione di Pirlo, di un affondo di Balotelli, di una parata di Buffon. Sogni così vividi e realistici da sembrare veri, capaci di scolorare in una dissolvenza qualsiasi problema preesistente, perché in fondo la maggior parte di noi vuole solo sognare, anche se non sempre è facile farlo con la pancia vuota come un pallone.