Playboy, per la prima volta una vagina sulla cover
L'artista belga Marisa Papen ha collaborato con un illustratore 3D per immortalare la sua vagina su Playboy Germania
Per la prima volta nella storia del celeberrimo magazine maschile Playboy è comparsa una vagina in copertina. Sebbene Playboy sia stato sin dal primo numero (dicembre 1953, negli USA) un manifesto contro le inibizioni e la celebrazione del corpo femminile, non era mai stato così esplicito come su una delle 50 cover dell’edizione per i 50 anni in Germania.
A volerlo è stata l’artista belga Marisa Papen, che insieme con il marito Michael Chichi ha realizzato la cover di Playboy per la quale ha fatto anche da modella. La coppia, che vive alle Hawaii, si batte da tempo contro i tabù legati al corpo, e quando Playboy li ha scelti per una delle cover del numero 50 hanno deciso che avrebbero dovuto fare qualcosa di mai visto prima.
Papen ha però dovuto trovare un modo per aggirare la censura, su suggerimento degli avvocati di Playboy, visto che in Germania non è permesso mostrare un nudo integrale in copertina. E mentre passeggiava sulla spiaggia col marito, ha avuto il colpo di genio: coprire la sua vagina di fiori. «Abbiamo molti fiori intorno alla nostra casa alle Hawaii. Li abbiamo raccolti. Ma era molto difficile trovare fiori abbastanza piccoli. Perché con dieci o venti fiori tutta la mia vagina sarebbe stata coperta e noi volevamo un bouquet».
E così, l’opera di Papen e Chichi, If only I would be a flower, è diventata una delle 50 foto d’artista per il numero 50 di Playboy Germania. A collaborare con loro l’animatore 3D Nejc Polovsak, che ha ricoperto la vagina di Papen con 30 mila piccolissimi fiori. L’opera è stata anche trasformata in NFT, un oggetto digitale a tiratura limitata che può essere acquistato con un atto di proprietà esclusivo.
«If only I would be a flower è una celebrazione della natura, ma è anche il desiderio di essere celebrate per la bellezza naturale che inibiamo. È un gioco con i limiti della censura e un’anticipazione della libertà che ci attende», scrivono gli artisti su Instagram. Tuttavia, i problemi non hanno tardato ad arrivare nemmeno sul social, dove l’immagine è stata inizialmente rimossa sebbene non violasse alcuna linea guida.
«Il fatto che dobbiamo censurare qualsiasi parte del nostro corpo è disumano ma resta interessante vedere come un capezzolo coperto con un fiore vada bene eppure questa vagina, coperta con oltre 30 mila fiori, sia stata rimossa», prosegue Papen. Instagram, del resto, ha una lunga storia di censure alle spalle, le più disparate.
Ovviamente, la copertina di Playboy ha suscitato delle critiche. Alle quali Papen risponde così: «Ho un rapporto talmente naturale col mio corpo che mi risulta difficile capire come qualcuno possa trovare questa foto offensiva, e che non riescano a vederne la bellezza e la poesia. Tendiamo ad associare la vagina al contesto della pornografia, e credo sia un gran peccato. Playboy ha deciso di scegliere il mio lavoro perché per cambiare le cose bisogna farlo senza compromessi, specie in un magazine per uomini».