Pink Floyd Venezia 1989: vi racconto com’è andato il concerto dei concerti
La notizia che i Pink Floyd suoneranno in città si diffonde in un batter d’occhio a Venezia.
Ci si domanda dove e quando. E’ un susseguirsi di voci, di false notizie e indicazioni.
Poi finalmente si sa che sarà in bacino San Marco su una piattaforma ancorata davanti Palazzo Ducale.
Con un gruppo di amici fan dei Pink cerchiamo di organizzarci per lo straordinario evento ma tale è la mancanza di organizzazione e di informazioni sul concerto che ci è difficile stabilire quale sia il posto più idoneo per seguire il live della band inglese. Da veneziani conosciamo bene la città e quindi ognuno di noi cerca e propone la soluzione che ritiene migliore finchè l’amico Giorgio ha il colpo di genio: “e se chiamassimo Gigi?”
Gigi era un suo amico gondoliere. Gli telefoniamo e con grande sorpresa si rende disponibile per una modica cifra ad accompagnarci, perchè anche lui stravede per i Pink Floyd.
Due amici cadorini si uniscono a noi e diamo appuntamento all’amico gondoliere verso le 5 del pomeriggio all’imbarcadero dell’Accademia. In sei saliamo sulla gondola provvisti di cibo e di bevande per la magica serata.
In breve raggiungiamo la Punta della Salute e ci accorgiamo subito della totale mancanza di organizzazione. Dei vigili urbani imbarcati su un motoscafo ci comunicano che solo le gondole avranno accesso alla zona destinata al concerto e questo ci fa sentire dei super privilegiati.
Remando Gigi si avvicina ad altre gondole posizionate in doppia fila nell’acqua antistante il palco. La visione sulla Piazza San Marco è strabiliante! Una marea umana si sta riversando sulla riva da ogni parte. Tutto ciò avviene in modo tranquillo e ordinato. Non si vedono né servizio d’ordine né polizia. Si potrebbe descrivere il tutto come una confusione organizzata.
Cala la luce e inizia quello che rimarrà nella storia come il più straordinario concerto dei Pink Floyd e tra i più leggendari concerti di sempre.
Nel frattempo i gondolieri, sempre in piedi col remo in acqua a poppa della gondola, hanno avvicinato le loro imbarcazioni una vicina all’altra e hanno il loro gran da fare per tenere ferme le gondole spostate di continuo dalla corrente che verso sera spinge al largo.
Poi solo musica e magia.
Mi giro e vedo Gigi che passa una canna al gondoliere a fianco e questo, dopo due profonde boccate la passa al suo vicino. Nuvole di fumo si alzano dalle altre gondole. Il tempo si è improvvisamente fermato, tutto si svolge in un’atmosfera irreale e surreale. Poi l’ultima nota.
La piazza si svuota, la città è miracolosamente salva.
Dopo solo sterili polemiche e accuse. I più responsabili risultano le migliaia di ragazze e ragazzi che hanno invaso Venezia senza recare alcun grave danno se non lasciare inevitabilmente cumuli di lattine e sacchetti di plastica.
Nulla più.
Testo a cura di A. G. – Foto inedite di Cristiano Capponi