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Piante autofiorenti

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La discreta evoluzione delle piante di cannabis autofiorenti è un fenomeno recente e portato avanti soprattutto dai growers spagnoli. Senza dubbio una pianta che non dipende dalle ore di luce può essere utilizzata in molti modi. Tuttavia, nonostante la recente mania per i semi femminilizzati, esistono determinati limiti ed ostacoli che riguardano l’ambiente di cui necessitano questi semi, di modo che, alla fine, i vantaggi teorici non corrispondono agli aspetti pratici della loro coltivazione.

Parlando di cannabis l’autofioritura è una caratteristica che in una normale popolazione di piante verrebbe considerata recessiva, ma può essere prodotta artificialmente attraverso una riproduzione selettiva. Questo aspetto li rende simili ai normali semi di razza e diversi da quelli femminilizzati che sono indotti chimicamente! Non tutte le varietà risponderanno allo stesso modo anche se hanno il gene autofiorente allevato in loro, quindi è sempre bene leggere i diari che raccontano le esperienze di altri coltivatori prima di acquistare la vostra varietà di semi autofiorenti.

Al giorno d’oggi esistono molti forum per informarsi prima di scegliere, infatti non si deve fare affidamento soltanto sulla compagnia alla quale si è interessati.

TIPOLOGIE DI PIANTE IN BASE AL TEMPO DI FIORITURA

Nell’attuale mercato dei semi autofiorenti si distinguono tre categorie di piante, sulla base del tempo di fioritura e delle dimensioni della stessa:
– varietà che maturano in circa 60 giorni, con un’altezza media di 50-60 cm e una resa di 25-30 grammi per pianta;
– varietà che maturano in 70-80 giorni, con un’altezza media di 130 cm e una resa di 50-100 grammi per pianta;
– varietà che maturano in 120 giorni, con un’altezza che varia da 1 a 2 metri e una resa di più di 100 grammi per pianta (attualmente di questa categoria ne esistono pochissime varietà).

Anche se le piante autofiorenti sono totalmente indifferenti al fotoperiodo e non hanno bisogno di dell’oscuramento forzato per maturare, la resa e le dimensioni non sono sempre soddisfacenti a confronto con quelle dei semi regolari.

Pianta autofiorente di dimensioni contenute

AUTOFIORENTI: I VANTAGGI

I vantaggi di utilizzare semi autofiorenti nelle coltivazioni outdoor sono:
– possibilità di crescere in posti costantemente illuminati o disturbati dall’illuminazione stradale;
– possibilità di fare raccolti multipli in una stagione. Cominciando un po’ prima della primavera è possibile avere tre colture prima che arrivi la fine dell’autunno/inizio dell’inverno;
– possibilità di coltivare in zone geografiche in cui la stagione estiva è particolarmente breve.
- le qualità autofiorenti della seconda categoria (70-80 giorni) si mimetizzano facilmente grazie alle loro dimensioni ridotte.

I vantaggi dell’uso di piante autofiorenti nelle coltivazioni indoor:
– dare maggiore luce a una pianta autofiorente dalla germinazione in poi, aumenterà la produzione e il raccolto fino al 25% in più rispetto ad un clone sottoposto a 12 ore di luce su 12, se ben fatto;
– le piante autofiorenti sembrano essere abbastanza resistenti alle malattie e agli insetti e crescendo mostrano sana vitalità;
– dalla semina alla fioritura il tempo necessario è equivalente a quello di un clone di una buona indica come la skunk;
– la loro altezza contenuta le rende adatte a stanze basse e che si possono estendere in larghezza;
– secondo l’opinione di alcuni esperti coltivatori con impianto idroponico, i risultati si sono dimostrati affidabili e il rendimento migliore rispetto alle aspettative;
– senza il bisogno di tende particolari per la coltivazione o attrezzature particolari per ottenere il buio totale, le piante autofiorenti possono dare fiori maturi, compatti e stagionati;
– non c’è bisogno di tenere la pianta madre per creare cloni, dato che il seme è ugualmente veloce nella crescita.

AUTOFIORENTI:  GLI SVANTAGGI

Gli svantaggi di una pianta autofiorente sono:
– i problemi di uniformità e stabilità sono ancora comuni a causa della loro breve storia nel mondo della coltivazione (sicuramente con più tempo ed esperienza si avranno dei miglioramenti per tutti questi problemi);
– la sensibilità di queste piante ai parametri di crescita e al tipo di coltivatore possono causare alcune difficoltà iniziali e una perdita del rendimento;
– la fase vegetativa è estremamente breve e non può essere manipolata come si fa con i cloni. Quindi è imperativo per il coltivatore prestare molta attenzione allo sviluppo delle radici i primi 20 giorni di vita della pianta così come all’inizio della fioritura dopo il ventesimo/venticinquesimo giorno;
– attualmente per motivi commerciali sembra che, a disposizione del coltivatore, ci siano solo le varietà automatiche e femminilizzate. Questo fattore taglia fuori coloro che non vogliono usare le piante femminilizzate e che, di conseguenza, si perdono l’esperienza delle automatiche;
– la prima esperienza di molte persone con le auto-fiorenti non corrisponde con la potenza e la resa di una pianta non autofiorente;
– successo molto limitato con la clonazione di piante autofiorenti;
– sul mercato, la disponibilità di varietà è molto limitata, molte delle qualità esistenti non sono altro che copie o incroci delle poche varietà create parecchi anni fa.

Ho osservato lo sviluppo e i regimi di crescita di alcune qualità automatiche negli ultimi 10 anni. I metodi di coltivazione sono differenti dalle coltivazioni regolari perché le piante sono in gruppo e non sono individui selezionati. In ogni caso quando è ben fatto si possono ottenere ottimi risultati. Quest’anno ho visto eccellenti risultati in campi outdoor in Russia grazie a Grass-o-Matic Seed Company.

L’unica cosa che a questo punto m’infastidisce, è la suscettibilità di queste piante a diventare un mero strumento commerciale di arricchimento economico.

Il tempo e la cura nella produzione dei semi per il mercato determinerà se questa moda è destinata a rimanere un classico nella produzione di semi. Io credo che lo sarà! Resta il fatto che il lavoro di allevamento delle sementi richiede molto tempo e siccome le piante madre e padre non possono essere considerate, il processo è in corso di perfezionamento e se fatto bene, migliorerà di generazione in generazione.

Bud in fioritura di una pianta autofiorente

Come tutte le dotazioni necessarie per produrre semi, quando si tratta di creare semi femminilizzati o autofiorenti femminilizzati o semi autofiorenti, ogni operazione deve essere ben sincronizzata, e tutte le applicazioni (di prodotti) e le cure devono coincidere coi corretti dosaggi: questo porterà ad avere semi forti e ben fatti.

Quindi la chiave per vivere una bella esperienza con questa tipologia di piante, sarà di comprare dei semi buoni, sani e disponibili sul mercato, da aziende che seguono con attenzione il lavoro che sta dietro ai loro prodotti.

Questo è probabilmente un aspetto a cui dare la priorità, dal momento in cui le versioni disponibili sono così numerose che sceglierne una può essere come comprare un biglietto della lotteria.

Una veloce ricerca su internet vi rivelerà addirittura l’esistenza di siti specifici dedicati unicamente alle piante autofiorenti.

Vi aspetta quindi una grande quantità di materiale da visionare se avete il desiderio di provare questa esperienza da soli.
Oltre che considerare l’autofioritura come un utile caratteristica che si presenta in modo spontaneo e naturale nella pianta, questa può inoltre essere manipolata e adattata per creare alcune innovative e vantaggiose applicazioni geografiche.

La cannabis a scopo medicinale nei Paesi precedentemente non conosciuti come produttori o come abbastanza caldi da poter permettere alla pianta di completare un ciclo vitale, può forse essere considerata oggi come facente parte della sempre più numerosa famiglia della cannabis!



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