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Phonebloks: quando lo smartphone è per sempre!

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La storia degli smartphone modulari si compone giorno dopo giorno come i pezzi di un puzzle, o meglio, come i blocchi di un Phonebloks.

Nato dall’idea di un designer olandese di nome Dave Hakkens, il concetto di Phonebloks è nel pieno della sua evoluzione e ha richiamato l’attenzione di colossi della tecnologia come il gruppo Google-Motorola. L’idea di base è quella di reagire al problema dell’e-waste (inquinamento tecnologico) provocato dall’obsolescenza degli oggetti elettronici che acquistiamo a prezzi altissimi e che durano massimo un paio d’anni prima di andare alla discarica. Come ottenere quindi uno smartphone che non invecchi mai e che possa essere aggiornato proprio come accade per i computer? La risposta data da Dave Hakkens è il Phonebloks: lo smartphone modulare dove i “blocchi” vengono scelti e customizzati secondo le esigenze personali e dialogano su una base comune connettendosi tra loro “ad incastro” proprio come i lego. L’obiettivo? Mutare nel tempo il proprio dispositivo adattandolo alle proprie esigenze e permettendo di sostituire solo i blocchi rotti o vecchi. Bisogna tenere presente però che questa è la storia di un concetto e per ora non ci sono prototipi. Il 29 Ottobre 2013 è stato lanciato il video di presentazione che ha ottenuto più di 18 milioni di visite su Youtube e una campagna su Kickstarter che ha trovato l’interesse di 979, 626 supporters.

Ma oltre all’interesse dimostrato dai futuri utenti, il team di Phonebloks ha cercato di mettersi in contatto con le maggiori aziende mondiali di telefonia mobile con l’obiettivo di trovare qualcuno pronto ad investire e a collaborare al progetto senza però alterarne il concetto di base: uno smartphone sostenibile e una piattaforma che permetta agli utenti di creare i propri blocchi su misura, scegliendo tra le marche preferite.

Gli utenti saranno al centro della fabbricazione del prodotto: nel mese di novembre, infatti, è stata avviata una piattaforma online che permette agli utenti di scambiarsi idee e suggerimenti con l’obiettivo di risolvere i problemi tecnici e contribuire con nuove idee. Per il momento i maggiori problemi tecnici sono legati alla velocità di connessione tra il blocco principale e le differenti componenti che rallenterebbero di gran lunga la user experience.

Ed è proprio per risolvere problemi di questo tipo che il team Motorola, che possiede le risorse necessarie alla ricerca e allo sviluppo, si è messo in moto creando Project Ara: progetto parallelo a quello dei Phonebloks. Il CEO di Motorola non sembra farsi scappare l’occasione dichiarando che l’azienda sta lavorando per realizzare un prototipo dello smartphone modulare che però non sarà disponibile prima del 2015.
Il telefono modulare potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per l’industria della telefonia mobile e per i commercianti delle varie componenti. Essi sarebbero infatti in grado di vendere i blocchi direttamente al consumatore, diminuendone i costi e coinvolgendo un numero minimo di intermediari offrendo un prodotto di alta qualità.

Nonostante l’entusiasmo di molti, il progetto dei Phonebloks è stato oggetto di critiche perché non ridurrebbe l’e-waste, ma piuttosto spingerebbe gli utenti ad aggiornare continuamente il dispositivo rimanendo una delle cause dell’inquinamento tecnologico. A questa accusa Dave Hakkens risponde che si tratterebbe ugualmente di una diminuzione in quanto normalmente produciamo un 100% di rifiuti buttando l’intero cellulare e ne produrremmo solo un 10% liberandoci di un blocco soltanto. Ma a questo proposito un’altra domanda sorge spontanea: che fine faranno i nostri attuali smartphone e cellulari se la rivoluzione dei Phonebloks arriva sul mercato? Solo il tempo ci racconterà il seguito della storia.

 



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