Phife Dawg R.I.P.
Era il 28 gennaio del 1992 e gli A Tribe Called Quest stanno per esibirsi al Late Night di David Letterman. Q-Tip, Ali Shaheed e Phife Dawg stanno per portare per l’ennesima volta l’Hip Hop ed il suono di “The Low End Theory“ sulla rete televisiva nazionale. Nel backstage prima della performance però, c’è qualcosa che non va, Malik Isaac Taylor meglio conosciuto come “Phife“, ossia una delle due voci portanti del gruppo non si sente molto bene. Cammina in modo lento, sente il suo corpo non rispondere in maniera corretta a quello che dovrebbe fare ma l’amore per la musica, per l’Hip Hop, non si può fermare e decide comunque di impugnare il microfono per Check The Rhime, perché:
My crew is never ever wack because we stand strong
(tutti sanno che la Zulu Nation, oggi è ancora in piedi)
Now if you say my style is wack that’s where you’re dead wrong.
A Tribe Called Quest – Check the Rhime @ David Letterman Show
La malattia
Non ci sarà la “reply” alle domande di David su quelle sue poltroncine in uno studio televisivo leggendario, perché Phife a causa di un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, a sua volta causata da una carenza di insulina nell’organismo, è costretto ad andare in ospedale di corsa. Per la prima volta nella sua vita Q-Tip è solo al microfono dopo sei mesi dall’uscita del disco che poi entrerà a far parte della “Music Hall Of Fame” e tra i “500 Greatest Albums of All Time”.
Al “Dennis Miller Show” in Los Angeles nella stessa settimana si rende pubblica la notizia che P è diabetico e quindi deve per forza abbandonare delle cose che amava come le donuts, alcuni cocktail, ma sopratutto la dr pepper. Resta per un po’ in ospedale, non fa altro che dormire e guardare le partite dei New York Knicks perché lui stesso è un grande amante e anche ex giocatore del gioco invitato dal professor James Naismith (nei video game NBA 2K7 e 2K9 è un “playable character”).
In quel letto non era solo, affianco c’era Jarobi White, ex membro degli ATCQ, figura fondamentale per il loro disco di debutto, poi rientrato nel gruppo per la reunion al Rock The Bells nel 2004. I ricordi passano in fretta, lui stesso gli fa ricordare le partite al playground, i primi live a “Brownsville“, ma anche un muro di St.Albans nel Queens dove ci passavano spesso e si fermavano ad ammirarlo.
Non vi sto parlando dei 5 Pointz, ma di un enorme graffito sotto il ponte della metro per Long Island, che li portava direttamente nel quartiere dei De La Soul adiacente a Addisleigh Park.
You’re arrived man!
Sul muro c’è la storia dei giganti del Jazz che risiedevano nel Queensbridge, da Milton a Coltrane, da Benton ad Ella Fitzgerald, da James Brown a Jackie Robinson passando per Basie e Lena Horne. Questo ricordo gli fece salire alla mente il giorno in cui scrisse la strofa di “Buggin’ Out”:
Yo, microphone check one, two, what is this?
The five foot assassin with the roughneck business
I float like gravity, never had a cavity
Got more rhymes than the Winans got family
A Tribe Called Quest – Buggin’ Out
La strofa la scrisse in metro mentre raggiunse lo studio in Manhattan; in ritardo entrò in cabina di registrazione e appena pronunciate le prime due strofe… lasciò completamente basiti il fonico di sala più Q-Tip ed Alì Shaheed. Lo aspettano nella sala di ripresa, gli fanno riascoltare la strofa, silenzio per almeno 10 secondi – pausa scenica – urla di gioia seguita da “You’re arrived man!“.
Paragonatela al “The Shoot“ di Michael Jordan nelle Nba Finals del ’98, questa “giocata qui” è senza dubbio tra le prime cinque strofe della storia dell’Hip Hop. Q-tip e Phife funzionano insieme perché sono come lo yin e lo yang, complementari, e dopo un periodo di degenza forzata i due tornarono “on the stage” ed in studio per continuare a scrivere la storia, una storia molto simile a quella dipinta sul muro citato in precedenza.
A Tribe Called Quest – Electric Relaxation
Nel mondo delle Hip-Hop il mese di novembre del 1993 è indimenticabile, a dire il vero anche settembre dello stesso anno fu leggendario perché uscirono: De La Soul‘s Buhloone Mindstate – Digable Planets‘ Reachin’ – Lords of the Underground‘s Here Come the Lords – Souls of Mischief‘s 93 ‘til Infinity – KRS-One‘s Return of the Boom Bap – Wu-Tang Clan‘s Enter The Wu-Tang (36 Chambers) – Snoop Dogg‘s Doggystyle – Del the Funky Homosapien‘s No Need for Alarm – A Tribe Called Quest‘s Midnight Marauders – E-40‘s Federal.
Con questo disco divennero i Beatles dell’Hip Hop, anche perché sulla copertina come in Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, gli Atcq si misero affianco a chi c’era nella cultura Hip Hop del 1993 come una time capsule, in gergo “a who’s who of hip hop”.
“Award Tour”, “Electric Relaxation” ed “Oh My God” furono i singoli che devastarono le classifiche, mentre Lyrics to Go entrò nei classici della black music ed un verso di Phife Diggy su “We Can Get Down“ entrò nella storia della cultura black:
How can a reverend preach, when a rev can’t define
The music of our youth from 1979
We rap about what we see, meaning reality
From people bustin’ caps and like Mandela being free
Not every MC be with the negativity
We have a slew of rappers pushin’ positivity
A Tribe Called Quest – 1nce Again
L’influenza di J Dilla
Mentre Midnight Marauders rimane il loro disco più venduto, Q-Tip conosce J-Dilla attraverso Amp Fiddler che ospitava gli Slum Village nel suo studio mentre preparavano un disco per l’etichetta di RJ Rice e John Salley, ex giocatore dei Detroit Pistons.
Q impazzisce per quello che ascolta dal campionatore di JD, il suono che lui stesso crea sui pads dell’Mpc è qualcosa di unico ed è una lingua ritmica che parla solo lui come lo slang del quartiere da dove proviene, “from the D” come amano dire loro e “naaat from NYC”. Questa cosa non piace molto a Phife, che vorrebbe più voce in capitolo; infatti Q-tip forma un collettivo di producer sotto il nome di The Ummah. Gli Atcq così restano fuori dallo studio per più di 2 anni, con i manager dell’etichetta alle spalle con la bava dalla bocca in attesa di un nuovo disco.
In quel periodo nemmeno Dr.Dre o Axl Rose erano così ricercati per avere un segnale di speranza su del materiale inedito.
Persino Alì Shaheed incomincia a guardarsi intorno ed inizia a produrre come solista e con il collettivo citato prima. Aprendo una piccola parentesi, anni dopo lui stesso raccontò che quando loro tre iniziarono a lavorare insieme, (Q-tip, J Dilla, Alì) chiusi in una casa, lui e Q erano lentissimi a produrre e nel lavorare su di una singola base, erano ossessionati sui dettagli e si svegliavano prestissimo mentre Dilla si svegliava tardi, scendeva dal piano di sopra assonnato, con lo sbadiglio in loop ed in 15 minuti batteva sull’mpc… aveva fatto la base più bella del mondo.
A Tribe Called Quest – Get a Hold
La fine degli ATCQ?
Nell’estate del ’95 Jay Dilla diventa una figura importante nelle sessioni in studio degli Atcq ed entra a far parte del disco che probabilmente iniziò a far crollare il rapporto tra Q-tip e Phife Dawg: Beats, Rhymes and Life. Il sound che li ha distinti e che li ha portati al successo cambia quasi completamente e Phife non si ritrova molto, in più non viene considerato nelle discussioni. Get A Hold è l’emblema del cambiamento, perché il sample vocale rallentato dei The Cyrkle è un marchio di fabbrica di Dilla che apparirà anni dopo sul mixtape/album Fantastic vol.1 nel brano Players.
Infatti nel brano Phife non rappa e ne nacque un’altra polemica interna anche nel gruppo Slum Village dove T3 perdeva un contratto discografico dopo l’altro e vedeva uscire il suono che lui ha creato insieme a Dilla per gli altri. Non potendo esprimersi nel suo gruppo Phife iniziò a mettere in discussione tutto, anche se gli Atcq furono nominati ai Grammys nelle categorie Best Rap Album e Best Performance DUO or Group. Alla fine si arrivò al The Last Album of ATCQ: The Love Movement.
A Tribe Called Quest – Find a Way
Il disco riceve ancora una volta la nomination ai Grammy Awards per Best Rap Album nel 1999, ma non c’è quasi più niente da fare: tutti e tre hanno già intrapreso una carriera solista. Q-tip crea Amplified, Phife pubblica Ventilation: Da LP, e Alì Shaheed mette su un super gruppo con Raphael Saadiq dei Tony! Toni! Toné!, e Dawn Robinson dei En Vogue sotto il nome di Lucy Pearl.
La carriera solista
Phife ritorna sul microfono con una carica particolare anche se il suo diabete inizia a peggiorare. Il suo disco vende molto anche se esce da indipendente ed entra nelle più importanti classifiche americane. Per comporre il lavoro più importante della sua carriera si affida ad un newyorkese purosangue con cui va insieme al palazzetto per vedere i suoi amati Knicks: Pete Rock; ma la maggior parte dei brani li produce Hi-Tek fresco d’esordio con i Reflection Eternal insieme a Talib Kweli.
Phife Dawg – Drugs (prod. Hi-Tek)
Visto che ama il basket probabilmente apprezzerà il mio paragone… Su questo disco è poetico come i movimenti di Earl “The pearl” Monroe, incisivo e duro come il gioco di Ron “The True Warrior” Artest, instoppabile nella chiusura di liriche come lo “Sky Hook” di Kareem Abdul-Jabbar e creativo al microfono come Rafer Jamel Alston alias Skip To My Lou con il pallone in mano.
Sulle tracce ci sono anche produttori come Supa Dave West, che ha lavorato tantissimo con i De La Soul e Jay Dilla che oramai conosciamo tutti benissimo.
11-20-70, who would have known
That premature born will be grabbin microphones? (Mutty Rankin)
Called Malik Isaac Taylor to Walt and Cheryl
Grew up bein a sports fanatic, wantin to box for gold medals
Influenced by the likes of Ali and Sugar Ray
Magic Johnson, Tony Dorsett and Doctor Jay
Then came the Cold Crush, L.L. Cool J
Pops said he had to move to Cali, but nah, I had to stay.
A differenza di Q-tip, tutto il programma attorno a “Fife D“ resta un po’ in sordina perché questo maledetto diabete non lo fa stare bene e quindi molte date saltano per problemi di salute. Riesce però a salire sul palco per il ritorno degli ATCQ al Rock The Bells in tutte le date negli U.S.A., purtroppo però l’amicizia tra Q e P finisce in uno stallo come nei migliori film western di Sergio Leone che amava tanto mio nonno.
Il peggio deve ancora arrivare, c’è bisogno di un trapianto di rene e l’unica persona compatibile con lui… è la moglie con cui trascorre 47 giorni in ospedale ad L.A., dove incontra spesso Jay Dilla anche lui sottoposto a cure. Ma stiamo parlando di un newyorkese ed un newyorkese “never get down”.
Infatti in quei periodo chiude molte collaborazioni tra cui un bellissimo brano per i Next Evidence dal titolo “It`s only right” ed inizia a lavorare a MUTTYmorPHosis. Bellissima anche la collabo insieme ad Oh no, figlio d’arte e fratello di Madlib, con José James in Dues N Donts.
Next Evidence feat. Phife Dawg – It’s only right
Gli ultimi momenti
Resta sempre attivo in qualche modo come in Game Day con Rodney Hampton oppure in Nah Mean di Will.i.am, ma tutti ricordano ancora la sua strofa su Painz & Strife nel disco di Diamond D e la sua città gli manca tantissimo, infatti ci ritorna con un featuring sul disco di CJ Fly in Seek Well. Resta indipendente in ogni pezzo, nessuna major lo scrittura, resta sempre il Phife che per quanto piccolo di stazza sia, non scende ad accordi e resta puro, questo concetto lo fa capire in What’s Da Deal sul disco del giapponese BUN. Compare persino nel video Re-mix di Dwele in What Profit.
Il 16 Giugno del 2015 esce Push It Long con una strofa di “Fife“ sul nuovo disco degli Slum Village, che lo avevano già ospitato in passato su Villa Manifesto, purtroppo anche loro “decimati” come in una delle migliori rock-n-roll band prestate all’Hip Hop della storia.
“Five Foot Assassin” (uno dei soprannomi di Phife) anche a 40 anni sul microfono è qualcosa d’irripetibile, d’incredibile, più lo ascolto e più resto meravigliato nel sentire come lascia andare via le lettere sul ritmo scandito da una drum machine. Pochi come lui, già, forse l’unico, ed uno così passa solo una volta nella vita. Lo sa benissimo Ahmir “?uestlove” Thompson proprietario della Okayplayer Records che decide di pubblicare questo brano dal titolo Dear Dilla.
Phife – Dear Dilla
Non credo sinceramente al mantra americano: “if you want you can”, però su certe storie rimango allibito. Per 16 anni Phife ha combattuto contro il diabete e non è arretrato di un centimetro come “Jake LaMotta sul ring”, l’anno scorso è apparso in questo video dove ha omaggiato Dilla come nessuno prima… vorrei “skippare” i giorni della mia vita per vedere cosa c’è nel “Flip Side” di questo singolo, per me uscito come se fosse stampato su vinile. Il video parla da se non ha bisogno di spiegazioni o commenti.
Chissà però quando e se uscirà MUTTYmorPHosis…
Hold tight, this ain’t the last time I see you
Due time, that’s my word imma see you
Frontin ass rappers now here stealin’ intros
Posin like they hard when we know they all see through
Imma tell you Dilla why they lackin skills now
No stage presence, cadence, style
They livin off of hooks, skinny jean crooks
Pre-K lyrics, Why would i need a book?|…|
L’altra mattina vengo svegliato da uno dei miei migliori amici e mi dice quasi in lacrime che uno dei Beatles dell’Hip-Hop è deceduto, l’ha twittato Chuck D dei Pubblic Enemy… Ci metto un po’ ad assorbire il colpo, un altro dark day dell’Hip Hop è arrivato. Non si sa ancora il motivo della sua morte ma poco c’importa perché Malik Isaac Taylor meglio conosciuto come Phife Dawg, o Fife Dogg o Phife Diggy o meglio ancora Five Foot Assassin ha lascito a tutti gli amanti della musica un’eredità con pochi eguali.
Ogni rapper, ma anche producer, dovrebbe almeno lasciare un ricordo nel proprio cuore con un suo brano, perché se impugnano il microfono è in parte grazie a Phife… La strada su cui ora l’hip-hop si muove è stata asfaltata in parte da lui.
Grazie di Tutto Phife. Nessuno dimenticherà più il tuo stile e le tue liriche.
a cura di Stefano Nappa