Percorrere il fiume Vjosa (in zattera) per tutelare l’ambiente
200km di navigazione su una zattera realizzata completamente con materiali riciclati e di recupero. L'ambiziosa sfida del Progetto Ulisse per la salvaguardia dell'ambiente
Percorrere il fiume Vjosa, l’ultimo corso d’acqua incontaminato d’Europa, con una zattera costruita con soli materiali riciclati e di recupero.
È questo il Progetto Ulisse, di cui Carlo Fasciano e Gabriele Melchiorre saranno i protagonisti. L’obiettivo? Attirare l’attenzione pubblica su due temi quanto mai attuali: la tutela del nostro ecosistema e l’inquinamento ambientale.
Dal 9 al 19 maggio per una navigazione totale di 200km. Vogliamo “dimostrare come, attraverso oggetti destinati all’abbandono e pertanto ad un inevitabile inquinamento, si possa compiere qualcosa di grande e unico. Sensibilizzando e promuovendo il riutilizzo di materiali, teoricamente, a fine vita”, si legge dalla pagina di raccolta fondi del progetto.
IL FIUME VJOSA IN ZATTERA PER PROMUOVERE LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE
Sette tappe dall’arco ottomano di Konitsa, sul confine fra Grecia e Albania, fino alla foce del fiume Vjosa sul Mar Adriatico. Così si svolgerà il Progetto Ulisse. Una traversata fluviale che dedica il suo nome ad uno dei più grandi esploratori della storia: Ulisse, appunto.
Come raccontato infatti da Carlo e Gabriele, il percorso è stato cambiato rifacendosi alle gesta dell’eroe della mitologia greca. “Abbiamo deciso di allungare spingendoci fino all’isola di Othonoi, sopra Corfù, quella dove si narra che Ulisse abbia passato 7 anni, l’isola di Calipso“, hanno raccontato a la Sentinella.
Una spedizione ambiziosa a bordo di una zattera costruita interamente con materiali di scarto: fusti di birra vuota, scampoli di stoffa e ferro e legno recuperati.
Un mezzo che diventa un vero e proprio simbolo d’impegno per un mondo più sostenibile. Perché testimonia come sia possibile creare soluzioni innovative partendo da risorse già esistenti, destinate ad essere gettate.
UNA TRAVERSATA PER VERIFICARE LA SALUTE DEL VJOSA
La ricerca scientifica sarà la compagna fedele di quest’avventura. Che non solo vuole attirare l’attenzione pubblica sui temi ambientali, ma anche fare delle analisi sul campo per monitorare lo stato di salute dell’ecosistema fluviale.
Dai sensori per il monitoraggio metereologico per rilevare la temperatura dell’acqua lungo il fiume, ai campioni per le analisi sulla qualità delle acque. Grazie al supporto degli sponsor e dei donatori, il team ha potuto acquistare gli strumenti e le sonde necessarie per raccogliere una mole di dati.
Dati che verrano poi analizzati e utilizzati da alcune Università per condurre degli studi che contribuiscano alla protezione a lungo termine del fiume Vjosa.
La spedizione infatti va ben oltre l’avventura sportiva, ma è una campagna di sensibilizzazione ambientale che si fa portavoce della storia e la lotta portata avanti per la conservazione di questo corso d’acqua.