Per il dopo brexit il Regno Unito punta (anche) sulla cannabis libera
«Un mercato legale della cannabis nel Regno Unito potrebbe valere 6,8 miliardi di sterline all’anno e un miliardo di tasse per le casse dello stato. Inoltre altri cospicui fondi deriverebbero dai risparmi sul sistema penale e le azioni di repressione della polizia». È uno dei passaggi salienti del rapporto stilato dall’ Adam Smith Institute e commissionato dallo stesso parlamento inglese.
Calcoli che hanno rilanciato il dibattito politico del Regno Unito sulla legalizzazione, specie in una fase storica in cui il Paese ha appena rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica in vista degli effetti della “brexit“, ovvero l’uscita dall’Unione Europea, decisa dai cittadini nel referendum del 23 giugno scorso.
Il rapporto non si limita all’aspetto economico ma valuta la politica sulle droghe tenuta dal Regno Unito negli ultimi decenni, bocciandola su tutta la linea. «La strategia del governo è basata su tre pilastri: ridurre la domanda, reprimere il commercio e indirizzare i consumatori verso percorsi di recupero: tutte e tre gli approcci sono falliti» è scritto nel rapporto, che aggiunge: «solo una regolamentazione del mercato tramite la legalizzazione può assicurare qualità e sicurezza della sostanza, riducendo il crimine».
La politica del Regno Unito sulla cannabis è infatti una delle più repressive in Europa. Essa si basa ancora sul Drugs Act del 1971, pur modificato, che prevede l’arresto automatico per chi consuma cannabis in pubblico e pene fino a 5 anni alla terza volta in cui si viene trovati con dosi, seppur minime, di cannabis.
Il rapporto dell’Adam Smith Institute sembra aver fatto breccia in tutti o quasi gli schieramenti politici. L’ex vice-primo ministro Nick Clegg e l’ex-ministro della Sanità Norman Lamb, insieme ad altri personaggi Laburisti e Conservatori, hanno affermato che il Regno Unito dovrebbe seguire l’esempio degli Stati Uniti, avviando un percorso di legalizzazione della cannabis.
Il rapporto ha ricevuto anche il sostegno dell’ex-ministro conservatore Peter Lilley, del parlamentare laburista Paul Flynn e dalla leader dei Verdi Caroline Lucas. «45 anni di proibizionismo nel Regno Unito hanno moltiplicato consumi e pericoli – ha affermato Flynn – la legalizzazione è il metodo per togliere alla cannabis il fascino del proibito, specie tra i giovani, e per dare sicurezza sanitaria ai consumatori».
Il leader dei Liberali Nick Glegg ha annunciato l’inizio di una attività parlamentare per sollecitare il governo e i ministri a iniziare al più presto il percorso per la scrittura di una nuova legge volta a legalizzare la cannabis, aggiungendo che per tutto il Parlamento è giunto il momento di aprire gli occhi su ciò che sta accadendo nel resto del mondo».