Patogeni della cannabis
La cannabis è ritenuta una pianta estremamente forte, in grado di vincere infestazioni di diverse provenienze. In realtà gli organismi che possono attaccare e danneggiare le nostre piante sono piuttosto numerosi, soprattutto dopo che con il proibizionismo si sono fatte irrimediabilmente sparire numerosissime varietà locali, perfettamente adattate a particolari ambienti ed in grado di resistere ai patogeni presenti localmente.
Si è costretti ad importare, sia per la cannabis industriale che per quella da resina, varietà che provengono da climi ed ambienti diversi da quelli in cui verranno utilizzate, non abituate a microclimi differenti, varietà che difficilmente avranno sviluppato le difese necessarie per essere vincenti nel nuovo ambiente.
Solo una selezione continua dei migliori individui, partendo da una base il più larga possibile, può portare alla ricostruzione di piante dotate di difese proprie e che non necessitano di interventi da parte del coltivatore per crescere sane e forti.
La misura migliore è prevenire ogni possibile problema, facendo crescere le piante fornendo loro tutto il possibile (nella giusta misura) perché siano robuste e veloci nello sviluppo, più veloci di quanto gli organismi presenti che potrebbero danneggiarle riescano nel loro intento. I problemi saranno diversi per la canapa industriale da quelli della cannabis da resina, diversi in pieno campo (dove la c. è l’unica specie presente) da quelli di piante isolate,in mezzo ad altri vegetali; diversi da coltivazioni in esterno piuttosto che in serra, e diversi ancora se in interni,con luce artificiale, se si utilizza terra o se si ha un impianto idroponico.
La canapa può essere attaccata da insetti e acari, funghi (muffe), virus, batteri nematodi, altre piante (ad es. l’ orobanche per la c. industriale), protozoi, lumache, artropodi ed animali vertebrati (l’uomo è il più pericoloso). Può subire danni per mancanza di elementi nutritivi o per un loro eccesso, per carenza od eccesso di luce o di acqua, per elementi ambientali inadatti, come troppo freddo o troppo caldo, terreno inadatto per tessitura o Ph, per gas tossici presenti nell’aria o per erbicidi usati dall’uomo. Può essere danneggiata anche dopo la raccolta da muffe (diventando a volte pericolosa per il consumo), insetti od altri animali (roditori, per i semi).
Le misure di controllo possono essere diverse, con diversi gradi di efficacia: oltre alla prevenzione, con un accurata preparazione, pulizia e mantenimento dell’ambiente di crescita e la scelta di varietà resistenti ai patogeni presenti naturalmente, si va da una lotta con mezzi meccanici ad un controllo biologico, con predatori e parassiti dei patogeni, ad una lotta con pesticidi specifici, naturali o realizzati in laboratorio (chimici, di sintesi). É di fondamentale importanza riconoscere rapidamente e con precisione la causa del problema.
Consiglio la consultazione dell’ottimo testo (in inglese) di J. M. McPartland,R.C. Clarke e D.P. Watson: “Hemp Diseases and Pests”, CABI publishing, 2000, dove, oltre ad una dettagliata descrizione dei patogeni, con disegni e fotografie esaurienti,si trovano anche elementi di agronomia con una visione importante per la conservazione del terreno e dell’ambiente.