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Patente e stupefacenti alla guida: il ministero dei Trasporti convoca un tavolo tecnico

Nuovo annuncio dal MIT per la convocazione di un tavolo tecnico su stupefacenti e patente, dopo quello annunciato a dicembre e mai convocato

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Dopo aver sostenuto per mesi che non fosse più necessario, il ministero dei Trasporti ha convocato un tavolo tecnico per discutere la tanto contestata norma del codice della strada che impedisce di guidare ai pazienti che assumono farmaci stupefacenti.

È l’ennesima giravolta in questa brutta storia con le istituzioni che sembrano essersi dimenticate che al centro di questa problematica, oltre alla patente e al diritto di spostarsi, c’è il diritto alla salute di migliaia di cittadini, che negli ultimi mesi sono stati costretti a scegliere se continuare ad assumere i farmaci loro prescritti o continuare a guidare.

Su questa norma infatti, è stato detto tutto e il contrario di tutto, perdendo però di vista l’unica cosa importante della vicenda: tutelare i pazienti.

STUPEFACENTI E PATENTE, CRONISTORIA DI UN GRAN PASTICCIO

La posizione di Salvini, il ministro che ha fortemente voluto questa norma, è cambiata nel tempo nonostante fosse ben consapevole della situazione. A una prima delegazione di pazienti ricevuti mesi prima dell’entrata in vigore della legge presso il ministero era stato spiegato che la legge tutelava già i pazienti, cosa non vera. Alle continue richieste dei pazienti invece non c’è stata risposta, se non a una Pec inviata da Tutela Pazienti Cannabis Medica, a cui il ministero dei Trasporti aveva scritto i far riferimento al ministero della Salute.

Con il continuare delle proteste il ministro Salvini, due giorni prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice della strada, aveva annunciato un “tavolo tecnico” interministeriale, senza che però nulla facesse seguito alla proposta. Incalzato dai cronisti su questo problema ha risposto prima che i pazienti sarebbero stati tutelati e le forze dell’ordine avrebbero risposto caso per caso e poi che sarebbe arrivata una circolare. Sul fatto che i pazienti siano tutelati, è stato smentito dal vicequestore Alessandro Abruzzini che in un’intervista a Il Messaggero aveva spiegato che ad oggi la legge non prevede nessuna tutela.

LA CIRCOLARE CHE NON RISOLVE NULLA

Ad aprile è poi arrivata la circolare che, nel tentativo di chiarire una situazione sempre più paradossale, ha creato ancora più confusione. Nella circolare infatti viene messo nero su bianco che “Occorre provare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida“. E quindi quale sarebbe la soluzione? Escludere gli esami delle urine, perché possono contenere tracce di sostanze anche molti giorni dopo l’assunzione, senza che queste abbiano più alcun effetto sul comportamento alla guida.

Ma al governo forse non si sono accorti che con sangue e fluidi biologici come la saliva, per la cannabis accade al stessa cosa: nel sangue il THC rimane fino a 7 giorni nei consumatori occasionali e fino a 3 settimane in quelli abituali, nella saliva anche fino a 72 ore con una singola assunzione, e fino a 8 giorni nei consumatori abituali.

Non solo, perché una circolare non ha valore di legge, e quindi per intervenire bisognerebbe modificare il testo stesso.

SOLLEVATA LA LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE

Nel frattempo, a marzo 2025, per la prima volta è stata sollevata la legittimità costituzionale della legge nel caso di Elena Tuniz, giovane insegnante, che è stata assistita nel procedimento dall’associazione Meglio Legale

NUOVA GIRAVOLTA, NUOVO TAVOLO TECNICO

Il 27 maggio c’è stata l’ennesima giravolta, con il comunicato del ministero dei Trasporti che annuncia di aver promosso l’attivazione di un tavolo tecnico presso il MIT per esaminare le istanze di medici e pazienti in merito all’uso di medicinali e sostanze che possono influire sulla guida, in relazione alle normative del Codice della Strada”.

Il ministero chiarisce che: “Mantenendo intatto l’impianto del nuovo articolo 187, il tavolo tecnico avrà il compito di avviare al più presto un confronto interistituzionale per trovare un equilibrio tra il diritto alla salute, il diritto alla mobilità e l’interesse collettivo alla sicurezza stradale”.

L’obiettivo? “Definire soluzioni amministrative che, basandosi sui principi di ragionevolezza e proporzionalità, possano tenere conto delle diverse esigenze”.

Al tavolo parteciperanno rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Interno e del Ministero della Salute e il ministero dei Trasporti fornirà a breve dettagli sulla convocazione e sulle modalità operative ed è a disposizione per definire di comune accordo l’elenco delle associazioni da audire.



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