Passi avanti per la cannabis terapeutica in Italia
Quante volte presentandoci in un ospedale o in qualsiasi ufficio ci siamo sentiti solo dei numeri? E il numero di volte che davanti ad una richiesta d’informazioni ci dicono di non sapere nemmeno di cosa stiamo parlando? Questo accade ogni giorno a chi si trova costretto fare i conti con patologie invalidanti e bisognosi di cure con farmaci cannabinoidi (Bedrocan, Bediol e similari). Situazioni queste che portano obbligatoriamente i malati e i propri familiari ad un contatto costante proprio con gli operatori sanitari poco informati e ancor meno disposti a collaborare. Abbiamo, infatti, telefoni di farmacie ospedaliere che squillano giorni interi senza che qualcuno risponda costringendo i malati (anche in sedia); viaggi della speranza in attesa che il farmaco arrivi; ci sono anche farmacisti che non parlando la lingua inglese e hanno difficoltà ad interloquire con i fornitori olandesi e per questo provocano ritardi o preferiscono acquistare dall’Italia al doppio del prezzo (sempre farmacisti ospedalieri) pur di non fare magre figure con i propri superiori o con gli stessi malati. Per non parlare della farmacista (sempre ospedaliera, non per essere polemici) che per far fronte alla rabbia del familiare di un malato chiamò la Polizia. E di quel medico che a due pazienti si permise di dire: «Tu paziente X non necessiti di Bedrocan e tu paziente Y per legge non puoi assumere più di un grammo al giorno di cannabis»… Per sua sfortuna quel giorno c’era LapianTiamo e solo i presenti possono raccontare. Ma ci sono anche gli olandesi che davanti ai ritardi di importazione rispondono: «Ci dispiace per l’inconveniente». E il malato intanto che fa? A cosa è costretto?
Quanto ci vuole allora per dire basta? Forse un secondo. E per passare dalle parole ai fatti? Pochi minuti se si crede fino in fondo alla nostra Mission. Sì, perché se l’obiettivo finale è produrre e dispensare Cannabis Terapeutica abbattendo quelli che sono oggi i costi più alti al mondo occorre una trasformazione: da numeri ad esseri umani, da lettere a persone.
Fondamentale quindi è la lista di Amici Speciali Usufruitori che ogni giorno diventa l’arma (a proposito di Istituti Farmaceutici Militari) più potente di LapianTiamo. Per iscriversi occorre scaricare il modulo dalla sezione “Tesseramento” sul nostro sito www.lapiantiamo.it, compilarlo e allegare un certificato che attesti la patologia, un documento d’identità e una breve storia clinica che racconti il percorso attraversato dal paziente (farmaci assunti, effetti collaterali, pareri personali). Una volta raccolta la documentazione l’interessato deve inviare tutto tramite posta elettronica all’indirizzo [email protected]. Molti sono in attesa di ricevere risposta da parte nostra e l’interesse nazionale verso queste terapie è ogni giorno in aumento, riusciremo a contattarvi tutti nel minor tempo possibile.
Un’altra comunicazione importante che abbiamo da fare è che negli ultimi mesi sia la burocrazia che la politica sono riusciti ad insegnarci diverse cose. Potremmo scrivere pagine intere su come si possa essere “affettuosi”, dispensare abbracci davanti ad una videocamera e condividere progetti per poi dimenticarsi quasi per magia che gli obiettivi prima si raggiungono e poi si passa ad altro. Una nota critica quindi va fatta a quelle stesse Istituzioni che oltre a sostenere il Progetto Pilota dell’Associazione LapianTiamo hanno voluto la Puglia Cannabis Conference (tenutasi il 24 maggio a Lecce). I collaboratori sono ancora creditori e i tempi seguono «il normale iter della burocrazia». Si spera che nel prossimo numero di Dolce Vita si possa annunciare l’avvenuto e totale pagamento per coloro che hanno contribuito a far sì che l’evento sia risultato di ampio interesse e di grande livello.
Per quanto riguarda gli sviluppi a livello nazionale possiamo solo dire che non siamo fermi e stiamo per ufficializzare un rapporto di sostegno tecnico-scientifico con un importante gruppo di ricerca italiano (seguiteci sui nostri social network per gli aggiornamenti) e vogliamo ricordare a tutti da dove siamo partiti: coltivando cannabis per la prima volta al mondo in un palazzo governativo, poi l’abbiamo rifatto. Davanti a un NO secondo voi cosa faremo?
LapianTiamo