Parlamentare PD propone il carcere obbligatorio per piccolo spaccio (non ci aveva provato neanche Giovanardi)
Ripristinare il carcere per il piccolo spaccio. La proposta arriva dal parlamentare del Partito Democratico Andrea De Maria, che ha già annunciato: «Alla ripresa della attività parlamentare presenterò una proposta di legge su questo tema su cui spero di trovare un consenso ampio fra deputati dei diversi gruppi».
L’idea del parlamentare bolognese si inserisce in un dibattito che nel capoluogo emiliano va avanti da un po’ di mesi, dopo che il Pm Valter Giovannini aveva lamentato come il fatto che la legge non preveda il carcere come misura cautelare per i reati correlati al comma V dell’art. 73 della legge sulle droghe (DPR 309/1990) – ovvero per tutti quei reati correlati al possesso e alla vendita di piccole quantità di sostanze vietate – comporti a suo dire «punizioni troppo blande».
Quella del carcere obbligatorio per questi reati è una proposta che non si era mai azzardato a fare neppure Carlo Giovanardi e che testimonia come sulle questioni relative alla sicurezza e alla persecuzione dei piccoli reati la trasformazione del PD in un partito conservatore sia ormai da considerasi cosa fatta. A farlo notare è stato Elia De Caro, avvocato membro dell’Associazione Antigone, che da sempre si batte per i diritti su posizioni antiproibizioniste.
«Sento spesso la necessità di tutelarsi contro eventuali condotte violente da parte di chi spaccia – ha dichiarato De Caro – per quelle questioni ci sono i reati specifici, non bisogna confondere le cose. Poi c’è il tema dell’affollamento carcerario, una buona parte dei detenuti italiani si trova in carcere proprio a causa dell’articolo 73 (Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, ndr) del Testo unico sulla droga».
Contrari anche i Radicali che, tramite il presidente della federazione bolognese Zeno Gobetti – sottolineano come: «La detenzione per reati di piccolo spaccio è una misura inutile a garantire la sicurezza dei cittadini. Non è certo la detenzione la misura più adeguata per affrontare il disagio che è alla base di questo tipo condotta criminale. Numerose ricerche dimostrano come l’avvio delle misure alternative alla detenzione carceraria abbiano un impatto positivo sul rischio di recidiva di reati penali. Riteniamo che una proposta simile sia ingiusta e inopportuna. Si crede veramente che la detenzione di questi soggetti sia la strada per un effettivo recupero sociale?».