Parkinson: la cannabis è sicura ed efficace per trattarne i sintomi
Sicurezza a lungo termine e sintomi migliorati. I benefici della cannabis per il Parkinson evidenziati da due nuovi studi scientifici
Due nuovi studi scientifici hanno confermato l’efficacia e la sicurezza della cannabis per trattare il Parkinson, già ampiamente diffusa tra i pazienti. Morbo che colpisce ben il 10% della popolazione sopra gli 80 anni, classificandosi come la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa nella popolazione anziana.
LA CANNABIS MIGLIORA TUTTI I SINTOMI DEL PARKINSON
Tremore a riposo, rigidità, lentezza e diminuzione dei movimenti (bradicinesia), instabilità della postura e/o dell’andatura. Questi sono i sintomi tipici della patologia, che, per cause ancora sconosciute, probabilmente sia genetiche che ambientali, colpisce anche la popolazione giovanile dai 40 anni in sù.
Nel primo studio, pubblicato su Clinical Neuropharacology, i ricercatori della School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences dell’Università di Buffalo (NY) hanno analizzato i dati di 69 pazienti colpiti da Parkisnon. Pazienti che hanno ricevuto una tintura con rapporto 1:1 di THC e CBD.
“È stato notato che l’87% dei pazienti (n = 60) ha mostrato un miglioramento in qualsiasi sintomo del Parkinson dopo l’inizio della terapia – hanno evidenziato i ricercatori, e – I sintomi con la più alta incidenza di miglioramento includevano crampi/distonia, dolore, spasticità, mancanza di appetito, discinesia e tremore”.
Gli studiosi inoltre fanno notare che, dopo aver iniziato il trattamento con cannabis, il 56% dei consumatori (n = 14) è stato in grado di ridurre o interromperne l’uso di oppiodi, “con una variazione media giornaliera equivalente in milligrammi di morfina da 31 al basale a 22 all’ultima visita di follow-up”.
La cannabis “è stata ben tollerata senza eventi avversi gravi riportati e un basso tasso di interruzione a causa di eventi avversi (n = 4)”, conludono gli autori.
CANNABIS E PARKINSON: SICURA A LUNGO TERMINE
Pubblicato su Parkinsonism & Related Disorder, e curato dai ricercatori del Dipartimento di neurologia dello Sheba Medical Center dell’università di Tel Aviv, il secondo studio è un analisi retrospettiva condotta su 152 pazienti con età media di 69 anni affetti da Parkinson.
“Un’analisi di Kaplan-Meier non ha mostrato alcuna evidenza di peggioramento relativo dei sintomi psicotici, depressivi o cognitivi riportati dai pazienti ai loro medici curanti nel tempo nel gruppo – hanno sottolineato i ricercatori, e nei follow up durati da 1 a 3 anni – i regimi di trattamento con cannabis medica sembravano sicuri. La cannabis medica non ha esacerbato i sintomi neuropsichiatrici e non ha avuto effetti dannosi sulla progressione della malattia”.
*Foto di Nani Chavez su Unsplash