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Il Parco dei Mostri di Bomarzo sorge dalla canapa

Allora coltivata in quantità industriali nella Tuscia, la canapa ha "finanziato" la fondazione del Parco dei Mostri di Bomarzo. Ecco come

Bomarzo parco mostri OrcoTra le colline della Tuscia viterbese (Lazio), si nasconde un’opera d’arte unica nel suo genere: il Parco dei Mostri di Bomarzo. Qui architettura, scultura e natura si fondono, per dar vita ad un’ambiente quasi surreale che va al di là dei criteri di spazio e tempo.

Un complesso di giardini rinascimentali abitato da creature mitologiche, divinità e mostri. Che nel 1547 venne commissionato dal principe Pier Francesco Orsini, allora signore di Bomarzo, “sol per sfogare il core” (si suppone rotto) per la morte della moglie Giulia Farnese.

Solo pochi però conoscono il ruolo imprescindibile della canapa, già ampiamente utilizzata a quei tempi, nella composizione di questa “terra incantata”, anche nota al pubblico come il Sacro Bosco.

LA COLTURA MILLENARIA DELLA CANAPA NELLA TUSCIA (ETRURIA), TERRA DEGLI ETRUSCHI

È il IV secolo a.C. In Etruria (o Tuscia), gli Etruschi coltivavano la canapa principalmente per la sua fibra, da cui si ricavavano vele, funi e corde per le navi, le selle da montare sugli animali che aiutavano nei lavori agricoli. Oltre che per i suoi semi e il suo pregiato olio, dalle importanti proprietà nutritive.

Passano quasi due mila anni. Siamo nel periodo Rinascimentale e la Serenissima Repubblica di Venezia, a quei tempi al culmine del suo dominio nel mediterraneo, ha un bisogno urgente di manufatti di canapa: remi, vele e carene delle navi, cordame, vestiario, carta, armature, cibo. Insomma, letteralmente di tutto.

E da questa necessità che Bartolomeo d’Alviano, assieme al suo vice comandante in capo Giovan Corrado Orsini (ricordate questo nome), stipula il “contratto dei contratti“. Che per 300mila ducati d’oro all’anno, oltre 52 milioni di euro, assicura una fornitura esclusiva di canapa alla Serenissima.

IL PARCO DEI MOSTRI DI BOMARZO È STATO COSTRUITO GRAZIE ALLA CANAPA

Glaucus Parco_dei_Mostri (Bomarzo)Dal patto sopracitato, la coltivazione agricola di questa pianta esplode, raggiungendo dimensioni industriali. Dai 200mila ettari coltivati, che producevano circa 4 milioni di tonnellate di canapa, si realizza qualsiasi cosa. E la Tuscia, anche grazie a questa coltura speciale, è tra le zone più ricche d’Italia.

Dai suoi proventi infine, vengono realizzati i palazzi, le dimore e i castelli che ancora oggi conosciamo e visitiamo. Tra cui il Parco dei Mostri di Bomarzo, commissionato – come anticipato – dal Vicino Orsini, proprio il figlio di Giovan Corrado Orsini, che succedette Bartolomeo D’alviano dopo che questo morì durante l’assedio di Brescia.

Ecco svelato anche questo arcano. Che sia direttamente o indirettamente, questa pianta ha accompagnato e accompagna l’uomo da sempre. Addirittura ancora prima che la iniziassimo a coltivare.

Infatti, proprio nel lago di Albano, in provincia di Roma, sono state ritrovate le prime tracce di canapa allo stato selvatico, con una datazione del 11.500 a.C..



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