Operazioni antidroga nelle scuole: ogni grammo requisito è costato 500 euro
Oltre 2mila agenti per operazioni di controllo fuori e dentro gli istituti superiori hanno portato al sequestro di 5 chilogrammi di cannabis e hashish su tutto il territorio nazionale.
Il bilancio di questa operazione l’hanno fatto i Radicali per voce del consigliere regionale di +Europa con Emma Bonino Michele Usuelli che ha presentato nei giorni scorsi presso il Consiglio Regionale lombardo un “question time” spiegando che ogni grammo requisito è costato allo Stato 500 euro, “una spesa pubblica e un impiego di risorse decisamente eccessivi”.
Perquisizioni e controlli che nascono dal provvedimento “Scuole sicure”, fortemente voluto dal ministero dell’Interno, che ha visto stanziati 2,5 milioni di euro per il contrasto di spaccio di droga nelle scuole.
“Vorremmo sapere i dati lombardi – aveva chiesto Michele Usuelli in aula – per conoscere il numero degli istituti attenzionati, la quantità e la natura delle sostanze sequestrate ed il numero degli agenti impiegati, per evidenziare anche in Consiglio ciò che da anni ripete la Direzione Nazionale Antimafia (DNA): il totale fallimento dell’azione repressiva e l’assenza di ulteriori risorse da impiegare nelle operazioni di sequestro”.
A rispondere è l’Assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, che, come racontano i Radicali, “dopo aver sprecato tutti i minuti a sua disposizione elencando teorie sui danni dell’uso di cannabis in adolescenza, ha concluso asserendo di non avere ancora a disposizione i dati e che comunque operazioni di questo genere devono continuare a prescindere dall’analisi costi benefici”.
Pronta la risposta di Usuelli: “Se avessi voluto sapere gli effetti del consumo di stupefacenti sui giovani avrei chiesto all’Assessore alla Sanità. Inoltre non credo che perquisire gli zaini dei ragazzi porti risultati utili nella lotta al grande spaccio”.
“Le operazioni di polizia nelle scuole sono doppiamente pericolose – conclude Barbara Bonvicini, Presidente di Radicali Italiani – perché da un lato trascinano i ragazzi, molto spesso minori, nel circuito dei tribunali macchiando indelebilmente il loro futuro e, dall’altro, le modalità con cui si svolgono le perquisizioni espongono i giovani al pubblico scherno da parte dei compagni di classe e contribuiscono a creare una sensazione di vergogna individuale, deleteria se provata in fase adolescenziale”.