L’ONU lo dice chiaro: basta con la guerra alla droga
Gli esperti dell’ONU l’hanno detto e ribadito in ogni modo: bisogna smetterla con l’impostazione della guerra alla droga, basata sulla violenza, la coercizione e la criminalizzazione, oltre a un enorme dispendio di risorse e soldi pubblici, per iniziare a considerare gli stupefacenti dal punto di vista della sanità, del sociale e dei diritti umani. Tradotto: smetterla di mettere in galera chi li consuma, depenalizzare le droghe leggere, fare informazione ai cittadini sui loro effetti.
Solo per fare il punto sugli ultimi anni, nel 2020 l’ONU ha riconosciuto le proprietà mediche della cannabis, sposando la teoria che il CBD non vada inserito in nessuna tabella (non è stupefacente).
Nel 2022 un lungo documento firmato dagli esperti dell’Onu nei diritti umani chiede la fine della guerra alla droga e di passare dalla repressione ai diritti. L’occasione è stata la giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga del 26 giugno 2022, con gli esperti che hanno rilasciato una lunga dichiarazione.
Nel settembre 2023 l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) è tornato sull’argomento pubblicando un report in cui mette in evidenza innanzitutto che la guerra alla droga – lanciata in Usa dal Nixon nel 1971 – è diventata innanzitutto una guerra contro le persone che la utilizzano.
La raccomandazione degli esperti dell’Onu è dunque quella di «adottare alternative alla criminalizzazione, alla tolleranza zero e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso e una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza».
Nel 2024 invece è accaduto che la riduzione del danno fosse messa nero su bianco su una risoluzione della Commissione Stupefacenti.
Una nota a margine: nell’ottobre 2022, contemporaneamente all’arrivo del governo Meloni che ha peggiorato ulteriormente la situazione, il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali dell’ONU (CESCR), raccomandava all’Italia di rivedere le politiche e le leggi sulle droghe per allinearle alle norme internazionali: le leggi e le politiche che regolamentano le droghe in Italia sono in contrasto con il diritto internazionale e non rispettano i diritti umani