On the Road, sessant’anni fa
In qualsiasi lista dei migliori libri sul viaggio non può mancare On the Road, capolavoro di Jack Kerouac che ha ispirato generazioni di viaggiatori. Un romanzo autobiografico, che l’autore scrisse dopo una serie di viaggi per il Nord America che lo condizionarono fortemente.
Il romanzo è stato largamente apprezzato da pubblica e critica, ed è considerato il manifesto della Beat Generation. È ambientato negli anni ‘40 e ha per protagonisti due giovani con indole ribelle e artistica, che girano per l’America alla ricerca di una fuga e un’alternativa alla società statunitense dell’epoca, fortemente indirizzata verso il capitalismo e il materialismo e in preda alla paura e all’esaltazione militaresca della guerra.
Proprio per questo motivo, il viaggio di Sal (Kerouac) e Dean (il suo amico scrittore Neal Cassady) non è solo fisico, ma è anche una scoperta che spazia dal misticismo allo sballo. I due giovani trovano sulla loro strada amici reali come William S. Burroughs, sperimentano droghe e si ritrovano impotenti di fronte alla vastità della natura. Di fronte al “vuoto” che trova nei paesaggi talvolta desolanti dell’America, Sal rivede il “vuoto” che ha dentro sé stesso.
On the Road non è solo un libro: è un’esperienza. Da quando è stato pubblicato nel 1957, questo romanzo ha ispirato migliaia di giovani a ripercorrere le orme di Kerouac: partire per un giro dell’America, senza una meta prefissata, con il semplice desiderio di vagare e scoprire. E di luoghi Kerouac ne scopre tanti nel suo romanzo, completando anche il leggendario coast to coast e attraversando tutte le mete principali d’America.
Ripercorrere il suo itinerario con i suoi stessi mezzi aggiunge valore a un viaggio già di per sé straordinario.