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Novità negli oli di cannabis in Italia: gli estratti Tilray

Oltre a quelli prodotti da Farmalabor, arrivano sul mercato gli estratti industriali prodotti da Tilray in tre versioni differenti

Azienda Tilray

Sembra tutto passato.

I problemi di carenza di infiorescenze di cannabis, la disponibilità di oli di cannabis, le difficoltà nell’approvvigionamento. Certo, rimangono i problemi del rimborso della cannabis in alcune Regioni o le difficoltà/resistenze per i medici a prescriverla. Ma possiamo dire (tocchiamo tutti ferro!) che questo è il periodo migliore di sempre: abbiamo infiorescenze, abbiamo oli di cannabis, abbiamo l’estratto Farmalabor e, dulcis in fundo, arrivano nuovi estratti ossia quelli Tilray.

Si tratta di qualcosa di diverso da quanto visto dall’estratto Farmalabor 15% THC (già trattato in un precedente articolo): quest’ultimo infatti è un concentrato che il farmacista diluisce sempre in base a quanto indicato dal medico in ricetta e non contiene CBD.
Gli estratti Tilray invece sono destinati ad essere utilizzati “as is” così come sono, pronti all’uso (anche se la loro diluizione è possibile, ma ne parliamo dopo). Sono commercializzati da Fl-Group in 3 versioni a partire da maggio/giugno 2023:

  • T25 ossia 2,5% THC e < 1% CBD
  • T10C10 ossia 1% THC e 1% CBD
  • T5C20 ossia 0,5% THC e 2% CBD

Sono estratti in MCT, full spectrum, con terpeni e cannabinoidi secondari.

Come detto sopra sono pensati per essere venduti tali e quali, in particolare il T10C10 e il T5C20 che di fatto sono con concentrazione doppia rispetto agli oli di Bediol/FM2 (il primo) e una concentrazione tripla rispetto agli oli di Bedrolite (il secondo).

Il T25 è quello che potrebbe essere più problematico da gestire tal quale, avendo una concentrazione in THC di quasi il 70% superiore alla media degli estratti in THC realizzati in farmacia negli ultimi 10 anni: sarà compito dei medici valutare se richiederne la diluizione al farmacista per aggiustare la concentrazione a una più pratica e facilmente gestibile dai pazienti (es. 1,5%), riducendo così il rischio di reazioni avverse.

Sarà sempre compito del medico imparare a redigere la prescrizione corretta per questi estratti per evitare disguidi al paziente: la normativa italiana, infatti, non prevede un modo unico di prescrivere oli di cannabis tra quelli realizzati in farmacia da infiorescenze, l’estratto Farmalabor 15%THC e gli estratti Tilray, ma è necessaria una prescrizione ad hoc per ogni singolo olio di cannabis.

Da una parte la promessa di ampia disponibilità di estratti industriali dovrebbe evitare che il paziente giri e rigiri per cercare la farmacia che ne disponga, dall’altra l’errore di prescrizione o la farmacia che “Non lo ha” potrebbe creare qualche fastidio, almeno inizialmente.

Fatto sta che gli estratti industriali da una parte dovrebbero risolvere il problema delle carenze di infiorescenze, permettendo al medico di “risparmiare” le infiorescenze per altre forme farmaceutiche, ottenendo l’olio di cannabis appunto da prodotti semilavorati. Si consideri poi che devono ancora essere consegnate le infiorescenze di cannabis del nuovo bando, vinto da Linneo che contribuiranno ad allontanare ulteriormente lo spettro della carenza.

Occhi aperti anche su come si muoveranno le Regioni: gira voce che qualcuna sarebbe già pronta a rimborsare solo gli estratti industriali e non più i classici oli di cannabis fatti in farmacia. Ma speriamo di no.

Che dire, era tanto tempo che non ci si poteva rilassare un po’ ed esprimere u po’ di ottimismo nel mondo della cannabis medica in Italia. Speriamo di non dovercene pentire…



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