Olanda: dalla tolleranza alla legalizzazione
La legalizzazione sperimentale olandese passa alla fase due, con la vendita in 80 coffeeshop solo di cannabis coltivata legalmente
Per decenni l’Olanda è stata nota per la sua politica di tolleranza nei confronti della cannabis, permettendo la vendita al dettaglio nei celebri coffeeshop, pur mantenendo illegale la produzione e la fornitura all’ingrosso. Questa apparente contraddizione ha alimentato un mercato nero fiorente e ha sollevato questioni sulla coerenza delle politiche antidroga olandesi. Recentemente, tuttavia, il governo ha avviato un esperimento volto a regolamentare l’intera filiera della cannabis, segnando un potenziale passaggio dalla tolleranza alla legalizzazione.
OLANDA: LA POLITICA DELA TOLLERANZA E E SUE CONTRADDIZIONI
Introdotta negli anni ’70, la politica di tolleranza olandese consentiva la vendita di piccole quantità di cannabis nei coffeeshop, mentre la produzione e la distribuzione su larga scala rimanevano illegali. Questo ha creato una situazione paradossale: i coffeeshop potevano vendere cannabis, ma non avevano mezzi legali per approvvigionarsi, costringendoli a rivolgersi al mercato nero. Di conseguenza, le autorità spesso chiudevano un occhio sulle attività di coltivazione illegale, pur reprimendo le operazioni su larga scala. Questa dicotomia ha portato a critiche sia a livello nazionale che internazionale, evidenziando la necessità di una riforma.
LA LEGALIZZAZIONE SPERIMENTALE
Nel 2019, il governo olandese ha annunciato un esperimento per regolamentare la produzione e la distribuzione di cannabis, coinvolgendo 80 coffeeshop in 10 comuni, tra cui Breda, Arnhem e Maastricht. L’obiettivo è creare una filiera chiusa e controllata, in cui i coffeeshop si riforniscono esclusivamente da 10 coltivatori autorizzati. Questo approccio mira a garantire la qualità del prodotto, ridurre la criminalità associata al mercato nero e fornire informazioni più accurate ai consumatori sui rischi per la salute.

I ritardi e diverse complicazioni hanno però posticipato la partenza vera e propria al 2023. Nei giorni scorsi, l’esperimento ha raggiunto un traguardo significativo con l’avvio della Fase 2. Ora gli 80 coffeeshop coinvolti venderanno esclusivamente cannabis coltivata legalmente dai produttori autorizzati. Questo passo rappresenta un ulteriore impegno verso la creazione di un mercato regolamentato e trasparente, riducendo ulteriormente la dipendenza dal mercato nero e garantendo prodotti di qualità controllata ai consumatori.
SALUTE PUBBLICA E SICUREZZA
La regolamentazione della produzione di cannabis offre diversi vantaggi in termini di salute pubblica e sicurezza. Consentendo la coltivazione legale, è possibile implementare controlli di qualità rigorosi, riducendo il rischio di contaminanti nocivi. Inoltre, una filiera legale e trasparente può diminuire l’influenza delle organizzazioni criminali nel mercato della cannabis, migliorando la sicurezza nelle comunità locali. Secondo il Ministero della Salute olandese, questo esperimento rappresenta un passo significativo verso una politica più coerente e responsabile.
La comunità internazionale osserva con interesse l’esperimento olandese, poiché potrebbe fornire un modello per altri paesi che considerano la legalizzazione o la depenalizzazione della cannabis. Tuttavia, permangono alcune sfide, come la necessità di bilanciare la regolamentazione con la prevenzione dell’uso tra i minori e la gestione delle implicazioni legali a livello internazionale. L’esperimento è previsto durare quattro anni, al termine dei quali il governo valuterà i risultati per decidere se estendere la legalizzazione a livello nazionale. In quel caso l’Olanda diventerebbe il primo Paese europeo ad avere una legalizzazione completa, visto che ad oggi in Germania e a Malta sono autorizzati autoproduzione e Cannabis Social Club, mentre in Lussemburgo solo l’autoproduzione.