Oklahoma e Nebraska denunciano il Colorado per la legalizzazione della cannabis
Gli stati di Nebraska ed Oklahoma hanno presentato ricorso alla Corte Suprema contro la legalizzazione della cannabis in atto nel confinante Colorado. Secondo i procuratori dei due stati la legalizzazione sarebbe contraria alla legge federale ed inoltre la cannabis del Colorado entrerebbe anche all’interno degli stati limitrofi alimentando lo spaccio.
“LA LEGALIZZAZIONE E’ INCOSTITUZIONALE”. La denuncia congiunta è stata presentata ieri con un corposo dossier di 83 pagine consegnato ai legali della Corte. Secondo i due stati ricorrenti la legalizzazione in atto dall’inizio del 2014 in Colorado sarebbe contraria alla legge federale, che considera la cannabis una sostanza illegale al pari delle altre droghe. Nebraska e Oklaoma si sono appellate in particolare alla “supremacy clause” (clausula suprema) della Costituzione statunitense, la quale prevede che in linea generale la legge federale vada considerata superiore e preminente rispetto alle leggi dei singoli stati, nel caso vi siano dei contrasti normativi.
LA CANNABIS DEL COLORADO ALIMENTEREBBE LO SPACCIO NEGLI STATI CONFINANTI. In dei comunicati ripresi dell’Huffington Post i procuratori dei due stati ricorrenti, Jon Bruning per il Nebraska e Scott Pruitt per l’Oklahoma, hanno affermato che “i prodotti illegali venduti in Colorado stanno attraversando i confini dei due stati andando ad alimentare il mercato dello spaccio illegale” e per questo chiedono ora alla Corte Suprema di intervenire nei confronti del Colorado visto che “la legalizzazione della cannabis è senza ombra di dubbio contraria al Controlled Substance Act del 1970 ed alla legge federale nel suo complesso”.
LA RISPOSTA DEL COLORADO. Il ministro della Giustizia del Colorado, John Suthers, ha prontamente ribattuto alle accuse dicendosi “per nulla stupito della reazione di Oklahoma e Nebaska e della loro preoccupazione rispetto al possibile arrivo della cannabis sul loro territorio”, ma li ha invitati a “rispettare la volontà popolare espressa tramite un referendum dai cittadini del Colorado”. Mentre Mason Tvert, del Marijuana Policy Project, un gruppo di attivisti pro-legalizzazione, ha accusato i procuratori dei due stati di essere “dalla parte sbagliata della storia, come coloro che voleveno mantenere la proibizione dell’alcol anche dopo la fine del probizionismo degli anni ’30”.
UN RICORSO CHE METTE A REPENTAGLIO L’INTERO PROCESSO DI LEGALIZZAZIONE. Ora quindi la palla passa ai giudici della Corte Suprema Usa, la quale sarà chiamata ad esprimersi ed a decidere se debba prevalere la legge federale oppure la volontà popolare dei cittadini degli stati. La decisione della Corte, qualunque essa sarà, non avrà ricadute solo su questo singolo caso ma anche su tutti gli altri stati che hanno già legalizzato la cannabis o si apprestano a farlo. Jeff Miron, economista di Harvard, ha dichiarato alla Bbc che fino ad ora “il presidente Obama ha mantenuto un approccio neutrale e di non intervento nei confronti della legalizzazione, ma tra due anni cambierà la presidenza e se prima non cambierà anche la legge federale sulla cannabis, il nuovo presidente potrebbe ordinare al procuratore generale di far rispettare il divieto federale.